Lo stesso concetto di
rinnovabilità è a volte confuso. Alcuni inseriscono all’interno delle
fonti rinnovabili tutte quelle che non sono esauribili (ad esempio il solare), altri quelle che
possono essere rinnovabili in tempi consoni per l’uomo (teoricamente
anche il carbone e il petrolio sono rinnovabili, ma in ere geologiche!),
altri invece confondono le energie rinnovabili con quelle sostenibili.
Addirittura alcuni sostengono che la vera energia sostenibile sia solo
quella che non modifica la naturale composizione dell’aria. Senza
peraltro definire cosa si debba intendere per “naturale composizione
dell’aria” non essendovi uno standard che sia valido per tutte le aree
geografiche. In effetti, come si vede esiste una gran confusione, un
bailamme di definizioni più o meno esatte e più o meno scientificamente
corrette per descrivere un qualcosa di cui necessitiamo e necessiteremo
in grande misura col passare del tempo, anche considerato la precarietà
delle forniture e il prossimo esaurimento (questo non discutibile) delle
scorte di combustibili fossili.
Tra le energie rinnovabili e sostenibili vittime di queste definizioni
contrastanti e a volte contraddittorie possiamo sicuramente inserire la
geotermia, che, spesso considerata una sorta di Cenerentola, è una delle
energie con i minori impatti ambientali.
L’ultimo studio ARPAT, relativo ad un monitoraggio effettuato nel
biennio 2007-2008 ha infatti evidenziato come, nelle aree geotermiche
toscane, i valori delle emissioni (laddove si utilizzi la miglior
tecnologia disponibile in termini di abbattimento) siano ampiamente al
di sotto dei valori fissati non soltanto dalla normativa nazionale, ma
anche e sopratutto dai più rigorosi standard dell’OMS (Organizzazione
Mondiale della Sanità). Questo studio integra in realtà il lavoro di
monitoraggio svolto dall’Agenzia Regionale per la Protezione
dell’Ambiente della Toscana iniziato nel 1997, per un totale complessivo
di circa 5700 giorni di monitoraggio continui su 33 diverse postazioni
poste in punti definiti “strategici” per valutare correttamente
l’impatto sulla qualità dell’aria e l’efficienza degli impianti di
abbattimento. Come si vede un controllo continuo che ha portato a dei
dati, nel breve, medio e lungo periodo, che rimarcano la sostenibilità
dell’energia geotermica, sia per quanto riguarda la produzione di
energia elettrica che per quanto riguarda gli usi diretti, sempre più
diffusi all’interno delle aree geotermiche, sia dell’Amiata che di
Larderello.
Per quanto riguarda il concetto di rinnovabilità poi, occorre fare
alcune precisazioni che riguardano l’assoluta improbabilità di esaurire
i bacini geotermici, anche laddove si procedesse (cosa che non accade) a
uno sfruttamento sconsiderato. Dagli anni ’70 ormai sono attivi i
cosiddetti programmi di reiniezione, che consentono di reintrodurre i
fluidi geotermici ormai privi delle caratteristiche di pressione e
temperatura per poter essere utilizzati, all’interno di pozzi esausti o
non sfruttabili. È stato peraltro dimostrato dai fatti, che tali pozzi,
dopo pochi anni ritornano ad essere di nuovo produttivi.
Questo pone, senza dubbio, la Geotermia, a pieno titolo tra le energie
rinnovabili e sostenibili.