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Geotermia: energia promettente ma poco “sostenuta”

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Così dice un recente studio che afferma come le potenzialità sarebbero enormi. E le multinazionali diventano…”verdi”.

Fonte: GeotermiaNews

Autore: Redazione

Lo studio del Centro Comune di Ricerca della Commissione Europea è una vera e propria summa della geotermia europea: gradiente termico, tipologie di perforazione, di centrali e di applicazioni, quadro attuale e, ovviamente, prospettive di sviluppo, con particolare attenzione al quadro di incentivazione attuale e previsto.

Per quanto riguarda le Pompe di Calore Geotermiche, nelle conclusioni del rapporto si può leggere come attualmente l’Europa possa contare su di una potenza installata pari a 14.900 Mwth (circa 1,2 milioni di unità), con i principali mercati europei localizzati in Svezia, Germania, Francia ed Austria. Situazione che, sempre secondo il rapporto, potrebbe conoscere un ulteriore sviluppo qualora si investisse in migliorie tecnologiche riguardanti in particolare i materiali costruttivi e la qualità dei fluidi termici utilizzati.

Il secondo settore di applicazione della geotermia preso in considerazione dal rapporto è quello relativo agli Usi Diretti del Calore (tra cui i principali rimangono teleriscaldamento e terme), per quanto riguarda i quali le aree geografiche applicative iniziano a ridursi, necessitando di risorse più pregiate e quindi meno diffuse. Al momento attuale -riporta lo studio- la potenza installata in Europa corrisponde a circa 3 Gwth, con una produzione di calore annuale di circa 27.600 Tj. I mercati principali, concludono, sono localizzati in Italia, Ungheria, Francia. Le prospettive di sviluppo sono legate sopratutto a politiche ed investimenti di tipo regionale.

Ancor più limitato appare il caso dell’utilizzo geotermico per la produzione di elettricità, almeno per quanto riguarda la maggior parte degli impianti di questo tipo (in termini di potenza), ovvero quelli ad Alta Entalpia, localizzati peraltro per la maggior parte proprio in Italia. Gli impianti binari, invece, rappresentano una realtà ancora non molto diffusa, ma dalle prospettive interessanti di sviluppo, necessitando di temperature nettamente inferiori rispetto, appunto, all’Alta Entalpia. Altro campo di sviluppo potrebbe essere quello relativo ai cosiddetti EGS (Enhanced Geothermal Systems, Sistemi Geotermici Ottimizzati) sul cui futuro tuttavia pendono numerosi interrogativi, sopratutto in merito alla loro effettiva resa, sopratutto in determinati contesti.

Si tratta di un quadro, come dicevamo, estremamente interessante che tuttavia evidenzia anche come, in molti casi, la carenza normativa e l’assenza di qualsivoglia copertura assicurativa contro il cosiddetto “rischio minerario”, possano ostacolare un trend in continua ascesa dal 1990.

Una visione, quella della sostenibilità in cui molte aziende e multinazionali (come abbiamo visto anche nell’ultimo numero di Rinnovabili&Territorio con il servizio dedicato alla Apple) si riconoscono, da un lato per i notevoli risparmi economici, e dall’altro anche per togliersi di dosso l’immagine di “insostenibilità” che spesso le accompagna, sopratutto in alcuni ambiti vicini all’ambientalismo.

ClimateGroup ha infatti presentato il rapporto dell’iniziativa “RE100: The journey to 100%”, all’interno del quale vengono mostrate le politiche di approvvigionamento energetico sostenibile di alcune tra le aziende più importanti al mondo (Ikea, Swiss Re, Formula E, H&M, KPN, Mars, Nestlé, Philips, Reed Elesvier, J. Safra Sarasin e Yoox, etc.) che hanno deciso di divenire “100% rinnovabili” attraverso l’acquisto di energia prodotta da rinnovabili o attraverso l’acquisizione diretta o la costruzione di impianti di produzione.

Un bel “film” in cui il ruolo di attore protagonista è interpretato dal solare fotovoltaico ma in cui, se diamo retta a quanto riportato nello studio europeo circa le potenzialità della geotermia in Europa e nel mondo, potrebbe recitare un gran ruolo anche la geotermia.

“And the winner is…”