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Geotermia e Territorio: due appuntamenti importanti per Monteverdi e Radicondoli

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Al mattino l’inaugurazione dell’impianto di teleriscaldamento del comune Monteverdi Marittimo con la presenza dell’Assessore Regionale all’Ambiente e Energia, Annarita Bramerini; il pomeriggio a Radicondoli la presentazione delle attività in corso e dei risultati degli studi e ricerche effettuati da ARS e ARPAT relativi alla geotermia

Fonte: GeotermiaNews

Autore: Redazione

Ieri mattina a Monteverdi (Pi), l’Assessore regionale all’ambiente ed energia, Annarita Bramerini e il Sindaco Carlo Giannoni hanno tagliato il nastro dell’impianto comunale di teleriscaldamento, con la partecipazione della “Filarmonica Mascagni”.
Erano presenti all’inaugurazione l’assessore all’Ambiente della Provincia di Pisa Valter Picchi, il Prefetto di Pisa Francesco Tagliente, il Questore di Pisa Gianfranco Bernabei, il Presidente di CoSviG Piero Ceccarelli e il responsabile geotermia Enel Green Power Massimo Montemaggi.
Per l’evento l’artista Rolando Stefanacci ha donato una sua opera, intitolata “Il dolce calore della terra” che è stata “svelata” al Palazzo Comunale.
Una giornata di grande soddisfazione per il Sindaco Giannoni e per i cittadini del comune geotermico dell’area pisana che potranno dunque utilizzare il vapore del sottosuolo per  scaldare e  raffrescare le loro abitazioni e per avere acqua calda sanitaria.  
L’impianto a servizio del centro di Monteverdi e della frazione di Canneto è stato realizzato grazie ad un finanziamento di circa due milioni di euro sul Fondo Geotermico.
Il pomeriggio a Radicondoli è stata invece l’occasione per fare il punto con Francesco Cipriani, Direttore ARS e Marco Pellegrini, Responsabile Area Vasta Sud di ARPAT, sulle attività in corso e sui risultati degli studi e delle ricerche effettuate dalle due Agenzie regionali nei territori delle aree geotermiche.
L’iniziativa è stata promossa dal Consorzio per lo Sviluppo delle Aree Geotermiche (CoSviG), dal Distretto delle Energie Rinnovabili e dal comune di Radicondoli,  e rivolta alla cittadinanza oltre che agli amministratori degli enti soci di CoSviG.
Dopo le introduzioni del sindaco di Radicondoli Emiliano Bravi, e del Direttore di CoSviG , Sergio Chiacchella, i responsabili di ARPAT e di ARS hanno illustrato i risultati del monitoraggio e i principali dati emersi dagli studi condotti nei comuni geotermici toscani rispondendo poi alle domande sullo stato di salute dei toscani che vivono vicino agli impianti geotermici.
Per le attività di ARPAT, Marco Pellegrini ha spiegato che già dagli inizi degli anni 2000 l’Agenzia  esegue un monitoraggio ambientale delle aree geotermiche in termini di controllo della qualità dell’aria (acido solfidrico, mercurio, ammoniaca, arsenico, anidride carbonica), oltre ad un biomonitoraggio e uno studio modellistico sulle ricadute umide (drift) e secche.
«Arpat ha fatto da apripista su questo sistema di rilevazioni perché non esistevano parametri di riferimento, non essendo l’attività geotermica così diffusa; è stato necessario in alcuni casi ripensare gli strumenti e le procedure esistenti o addirittura crearne di nuovi. Oltre alla predisposizione di apposita strumentazione, è stato necessario individuare anche i siti ottimali per le rilevazioni: ovvero quelli ove il criterio di attendibilità del dato fosse pienamente rispettato, cosa non semplice, anche considerando la complessità degli impianti di produzione geotermoelettrica».
Superate le difficoltà iniziali, oggi «la rete delle stazioni ENEL Green Power (EGP) ed ARPAT, è costituita da 17 stazioni fisse di qualità dell’aria di EGP, una stazione di qualità dell’aria della rete regionale gestita da ARPAT e 2 mezzi mobili ARPAT -ha spiegato Pellegrini- e fornisce dunque un monitoraggio capillare di tutte le aree geotermiche».
I mezzi mobili permettono di monitorare zone non coperte dalle stazioni fisse e di verificare l’affidabilità dei dati delle stazioni fisse di EGP, tramite dati indipendenti.
La stazione ARPAT di Montecerboli monitora anche gli inquinanti tradizionali (PM10, SO2, O3) che sono comunque di scarso interesse nelle aree geotermiche.
Pellegrini ha quindi illustrato i risultati del monitoraggio, sottolineando che per l’acido solfidrico e mercurio non esistono limiti di qualità dell’aria e che quindi sono utilizzati dei valori di riferimento forniti dalle agenzie internazionali di salute (principalmente i limiti stabiliti dalla WHO, World Health Organization delle Nazioni Unite) e che si basano sui tempi di esposizione.
«Valori –ha detto Pellegrini- che non sono mai stati superati, con alcune differenze tra le aree geotermiche nei livelli di alcuni inquinanti,  ma comunque sempre molto al di sotto dei valori di riferimento».
Dai dati storici emerge in maniera netta «l’evidenza che la chiusura della centrale PC2 di Piancastagnaio ha comportato un significativo miglioramento della qualità dell’aria e questo indica che con la tecnologia appropriata si possono ridurre anche gli elementi di disagio. Sarebbe pertanto importante completare la rete degli impianti AMIS su tutte le centrali».
Francesco Cipriani ha quindi illustrato lo studio che l’ARS Toscana ha condotto in collaborazione con la Fondazione Toscana "Gabriele Monasterio" del CNR,  su iniziativa della Regione Toscana. Tale studio rappresenta  il primo progetto di ricerca epidemiologica sullo stato di salute della popolazione residente nelle aree geotermiche toscane (Progetto Geotermia), presentato nel 2010 e poi aggiornato nel 2012.
A seguito dei risultati emersi, la Regione Toscana aveva infatti deciso di approfondire alcuni dati epidemiologici nelle aree geotermiche regionali  e di dare immediata attuazione ad alcuni specifici progetti di azioni di salute, indicati dagli estensori dello studio.
Gli approfondimenti e gli aggiornamenti dello studio toscano nei comuni geotermici, pubblicati a ottobre 2012, hanno confermato i problemi già evidenziati nell’area amiatina e le assai modeste criticità dell’area pisana, che non sono però da mettere in relazione con la geotermia ma con altri fattori che necessitano di ulteriori approfondimenti di ricerca.
«I risultati -ha spiegato Cipriani- sono comunque ancora in linea con l’ipotesi che le emissioni geotermiche abbiano un ruolo del tutto marginale o assente negli eccessi delle malattie, ma non consentono di ridurre l’attenzione, la sorveglianza e gli interventi, soprattutto nell’area geotermica amiatina».
L’aggiornamento dei dati di mortalità e ospedalizzazione, evidenzia maggiori cambiamenti nell’ospedalizzazione rispetto alla mortalità, conferma le principali criticità già emerse nei maschi dell’Area Sud (tutte le cause, tumore dello stomaco, polmone e fegato, e malattie respiratorie), ma si conferma anche il difetto di tumori e in particolare del tumore del polmone nei maschi dell’Area Nord;  scompaiono alcuni eccessi (ad esempio l’ospedalizzazione per  tumori ematolinfopoietici nelle femmine nell’Area Nord e le  malattie neurologiche nei Maschi nell’Area Sud) e ne compaiono altri (ospedalizzazione per malattie cardiovascolari nei Maschi e Femmine  nell’ Area Sud); si conferma il problema dell’ospedalizzazione per insufficienza renale.
«Gli approfondimenti per capire da cosa derivano questi risultati continuano -ha spiegato Cipriani- così come continua il contatto e il rapporto di collaborazione con Michael Bates».
Bates, dell’Università della California da tempo studia gli effetti dell’esposizione a piccole dosi di acido solfidrico sulla popolazione di Rotorua, un‘isola vulcanica in Nuova Zelanda caratterizzata dalla presenza di emissioni naturali di acido solfidrico.
«Quello di Bates –ha detto Cipriani- sarà il primo studio a dire se e quali sono gli effetti dell’esposizione all’acido solfidrico, indagando non solo su patologie quali quelle dell’apparato respiratorio tipo asma e sintomi asma-correlati: i ricercatori americani hanno preso in considerazione anche altri esiti sanitari, come gli effetti sulle funzioni cerebrali più complesse (memoria, stato dell’umore e capacità intellettive) e su altri organi come polmoni e occhi.  I primi risultati sull’asma indicano che l’esposizione all’acido solfidrico non ha alcun effetto negativo, semmai funziona come protettore dell’apparato respiratorio».
L’Agenzia monitora inoltre costantemente la letteratura scientifica sugli effetti sanitari delle altre principali sostanze presenti nelle emissioni geotermiche -naturali e antropiche –  oltre all’acido solfidrico, ovvero l’arsenico, il mercurio, l’ammoniaca, il boro e il radon.
«Gli strumenti che abbiamo attualmente a disposizione -ha sottolineato Cipriani- ci permettono di dire che sono fattori diversi dalla geotermia a dover essere indagati al fine di comprendere la reale origine del problema che riscontriamo sull’Amiata e guarderei più all’acqua che all’aria, per la presenza di arsenico. Già uno studio fatto da Pietro Comba dell’Istituto Superiore di Sanità riguardo all’arsenico indicava la necessità di indagare non tanto sulle emissioni derivanti dall’attività geotermica ma sull’acqua per la naturale struttura geologica e mineraria dell’Amiata».