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Geotermia e salute, si è conclusa l’indagine InVetta sull’Amiata

Due anni di raccolta dati e oltre duemila cittadini coinvolti: i risultati sono attesi entro fine anno. Voller (ARS Toscana): «Ora inizia la fase di analisi»

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InVetta, ovvero l’INdagine di biomonitoraggio e Valutazioni Epidemiologiche a Tutela della salute nei Territori dell’Amiata, può dirsi conclusa: il progetto voluto dalla Regione Toscana e condotto dall’Agenzia Regionale di Sanità (ARS) per approfondire lo stato di salute e i fattori di rischio degli amiatini, con una particolare attenzione dedicata a indagare le possibili ricadute legate alla coltivazione della geotermia storicamente presente nell’area, ha coinvolto circa 2060 cittadini.

«InVetta è un progetto voluminoso e importante – spiega Fabio Voller, coordinatore dell’Osservatorio di epidemiologia di ARS – che ha richiesto un impiego considerevole di risorse. Vogliamo innanzitutto ringraziare tutti i cittadini che con la loro partecipazione hanno reso possibile lo studio, e poi tutti i professionisti della ASL Sud-Est, medici, infermieri amministrativi, tecnici di laboratorio, medici di famiglia e tutti gli operatori che in questi due anni hanno svolto un lavoro davvero importante. Ora inizia la fase di analisi dei dati, anch’essa voluminosa, che richiederà diversi mesi di lavoro». 

Sono infatti molti i dati da incrociare e analizzare.

Agli oltre 2mila cittadini coinvolti nell’indagine sono stati infatti posti quesiti riguardanti la propria storia residenziale, sanitaria e di esposizione a sostanze come l’acido solfidrico (H2S) – caratteristico delle aree geotermiche – e ad altre sostanze presenti nelle emissioni delle centrali geotermiche presenti sul territorio, in maniera da comprendere e valutare – su basi rigorosamente scientifiche e su un campione sufficientemente vasto – le eventuali ricadute ed incidenze sanitarie sul territorio.

Il lavoro condotto da ARS Toscana – ovvero un organismo terzo e pubblico – per portare avanti InVetta è stato dunque lungo e meticoloso.

Da maggio 2017 a oggi sono stati raccolti campioni di sangue e urine per determinare la presenza di metalli pesanti (arsenico, mercurio, cromo, tallio e tanti altri) e per effettuare alcuni esami di laboratorio come glicemia, colesterolo, transaminasi etc.

Inoltre ai partecipanti è stata fatta una visita per misurare la pressione, rilevare peso e altezza ed eseguire una spirometria per valutare la loro salute respiratoria.

Infine è stato loro somministrato un questionario approfondito su abitudini, ambiente di vita e di lavoro, storia clinica personale e percezione del rischio. Si è trattato di una quantità considerevole di analisi e controlli, tutti gratuiti per i cittadini, che adesso andranno esaminati a fondo: la restituzione dei risultati, concludono da ARS, è prevista entro la fine del 2019.