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Geotermia e non solo, all’Italia uno dei premi Iype

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L’Italia non attrae capitali per investimenti nel settore industriale correlati alla riduzione di emissioni climalteranti, ma almeno si aggiudica premi per il ruolo svolto nell’ambito della divulgazione delle scienze della Terra. Il premio lo ha ritirato Luca Demicheli, segretario generale della commissione italiana per l’anno internazionale del pianeta terra (Iype) nel corso della cerimonia conclusiva che si è tenuta ieri a Lisbona.

Fonte: Greenreport.it

Autore: Greenreport.it

La Commissione Italiana, in particolare, ha promosso e coordinato
progetti internazionali come OneGeology, il primo google geologico
della storia, e la Via Geoalpina, che sta realizzando i primi percorsi
geologi per turisti nell’arco alpino. Lo YES Congress crea un network
mondiale dei giovani scienziati della Terra mentre OneGeology-Europe,
disegnando la prima mappa digitale del suolo e sottosuolo europei con
un linguaggio unico, rappresenterà lo strumento geologico del futuro.
L’obiettivo è quello dell’istituzione del Planet Earth Institute a cui
affidare il compito di coordinare, a livello mondiale, la divulgazione
delle scienze della Terra.

Luca Demicheli, intervenendo alla
conferenza “Iype & International Partners”, ha espresso il suo
pensiero riguardo a quale dovrebbe essere il futuro del panorama
energetico, ponendo al centro la geotermia. «Nel panorama delle
rinnovabili – ha detto Demicheli – tale fonte, in grado di produrre
energia pulita a basso costo, è sicuramente destinata a giocare un
ruolo importante» seguito a stuolo in questa sua convinzione dal
rappresentante dei futuri giovani scienziati italiani, Andrea Licciardi
che, grazie ai meriti della Commissione Italiana, è stato scelto per
aprire la sessione dedicata alla energie alternative.

Nel suo
discorso ha posto l’accento sull’importanza della Ccs (Carbon capture
and storage), che permette di individuare i siti più idonei per lo
stoccaggio dell’anidride carbonica prodotta dalle emissioni in
atmosfera. In un panorama in cui il 79% dell’energia utilizzata a
livello globale viene ancora prodotta da fonti fossili, tali tecniche
consentirebbero, nella fase di transizione verso le rinnovabili, di
seppellire tonnellate di CO2 in siti geologici, come quelli già
individuati per l’Italia a Ribolla, in Toscana, e nella ex zona
mineraria del Sulcis, in Sardegna.

Ma le potenzialità del
sottosuolo sono principalmente quelle dello sviluppo geotermico,
secondo Demicheli, «notevolissime ed ancora scarsamente sfruttate, e
quindi destinate a crescere ancora».
Attualmente la fonte geotermica
copre una parte rilevante della produzione energetica, soprattutto in
alcune regioni, ma potrebbe essere maggiormente indagata e utilizzata.