«Implementare norme certe e snelle per poter sbloccare un comparto che potrebbe dare un grande contributo alla ripresa non solo della regione Toscana ma di tutto il Paese»
Il movimento di cittadini GeotermiaSì torna a rivolgersi direttamente alle istituzioni, per capire quale sarà la direzione del Green Deal toscano e quale sarà il ruolo della geotermia nel percorso della Toscana verso lo sviluppo sostenibile, un percorso indicato per l’intera Europa dal Green Deal proposto dalla Commissione UE.
«Ad ormai più di 3 anni dalla eliminazione degli incentivi alla geotermia stiamo constatando come – dichiarano dal movimento GeotermiaSì –, dopo i primi segnali positivi di dialogo tra Governo, istituzioni ed imprese si sia creato un pericoloso stallo nel percorso per riportare la geoterrnia (e non solo) ad essere riconosciuta come fonte energetica da promuovere e incentivare».
Il Green Deal è il piano da 1000 miliardi di euro lanciato dalla Commissione UE per trasformare l’Europa nel primo continente a emissioni nette zero entro il 2050: rappresenta una sfida eccezionale, ma non impossibile.
A dimostrarlo è proprio una fetta di Toscana, la Provincia di Siena, che rappresenta la prima area vasta d’Europa ad aver raggiunto l’obiettivo (dal 2011) e dove il 92% dell’elettricità prodotta localmente arriva dalla geotermia.
«L’Italia che è stata la culla della geotermia a livello mondiale utilizzandola per la prima volta più di 200 anni fa, si trova adesso – sottolineano da GeotermiaSì al 7° posto (per capacità installata, ndr) ed entro il 2021 potrebbe anche essere sorpassata dal Kenya che ha deciso di puntare molto su questo tipo di energia. Se nel 2019 nel bilancio globale mondiale si è raggiunto un aumento di produzione di 759 MW spingendo cosi la capacità installata a 15.406 MW, sapete quanto ha contribuito in questi termini l’Italia? Ben 0 (zero!) MW, un risultato di fatto negativo».
A fronte di questo stallo, le problematiche sollevate dal movimento GeotermiaSì sono le stesse ormai da anni: la pubblicazione del decreto nazionale FER2 per un’adeguata incentivazione della produzione geotermoelettrica, la definizione dei criteri per il rinnovo/assegnazione delle concessioni geotermiche in scadenza al 2024, la pubblicazione (attesa da oltre due anni) dello studio regionale “inVetta” relativo all’indagine sanitaria compiuta sul monte Amiata.
«La Regione Toscana – argomentano da GeotermiaSì – deve prendere una posizione ferma e decisa e dire come intende attuare il suo Green Deal. Una domanda che sorge spontanea visti i vari progetti per produrre energia da fonti rinnovabili ad oggi bloccati in tutto il territorio regionale. L’Amministrazione Regionale sta tergiversando ormai da troppo tempo su scelte delicate come queste, nonostante nella recente campagna elettorale le forze politiche che attualmente amministrano la nostra regione si siano spese a favore della promozione della geotermia (e non solo) come asset strategico con l’impegno dichiarato a far sì che la Toscana possa arrivare agli obiettivi “carbon free” nel 2050».
Il Programma di governo avanzato dal presidente Eugenio Giani e approvato lo scorso autunno in Consiglio Regionale in realtà è stato presentato già come il “Green Deal toscano”, e al suo interno compare già l’obiettivo di «coprire l’intero fabbisogno energetico elettrico con fonti rinnovabili al 2050 (ad oggi è pari al 50%)» ricorrendo in particolare alla geotermia, che «rappresenta per la Toscana una realtà importante per l’occupazione, lo sviluppo tecnologico e la produzione energetica».
È evidente però come dalle buone intenzioni sia ora necessario passare ai fatti, e dunque alla realizzazione di impianti sul territorio.
«Chiediamo al Governo italiano, al ministro della Transizione Ecologica, Roberto Cingolani, al presidente della Regione Toscana, Eugenio Giani, a tutti i componenti della Giunta Regionale ed alle istituzioni dei territori geotermici – concludono nel merito da GeotermiaSì – di lavorare in modo celere e fattivo affinché si riprenda il percorso ad oggi interrotto per l’approvazione del FER2 ed implementare norme certe e snelle per poter sbloccare un comparto che potrebbe dare un grande contributo alla ripresa non solo della regione Toscana ma di tutto il Paese».