LA RICCHEZZA sgorga dalle viscere della terra, oppure dal sole. I progetti di sviluppo nell’ultimo biennio in Toscana, fatta qualche eccezione di multinazionale tornata sui suoi passi, hanno tutti a che fare con le energie alternative. Perfino i piani di General Electric a Carrara, collegati al giacimento di gas al largo delle coste australiane, sono scaturiti da fonti rinnovabili e dalla tutela di paradisi incontaminati.
In attesa che l’eolico decida cosa fare da grande e superi le contraddizioni di impianti off shore ad altissimo impatto oltre alle bocciature di pale nei comuni toscani, restano il fotovoltaico e la geotermia le carte da giocare sul tavolo della crescita.
Le opportunità più cospicue arrivano proprio dai flussi di calore sotterranei. Roberto Parri, responsabile gestione degli impianti di Enel Green Power le ha elencate ieri al centro studi della Cisl Toscana, nel corso di un work-shop sulle fonti energetiche rinnovabili. «La geotermia è uno dei motori di sviluppo economico e occupazionale per il territorio. Nel biennio 2009-2010 le imprese toscane hanno generato investimenti e costi di esercizio per 400 milioni di euro, di cui 135 milioni come ricadute nei Comuni geotermici nelle province di Pisa, Siena e Grosseto. Per i prossimi cinque anni Enel Green Power ha in programma 700 milioni di euro di investimento complessivi».
La lista dei progetti di Enel Green Power parte soprattutto dalla centrale sull’Amiata di Bagnore 4, da 40 Megawatt, l’investimento più consistente nel prossimo quinquennio. «Ma ci sono anche risorse destinate al rinnovamento degli impianti – continua Parri – come ad esempio quelli di Rancia 1 e Rancia 2 a Radicondoli, più Le Prata a Castelnuovo Val di Cecina. Il fronte innovativo è l’abbinamento tra geotermia e biomasse, con impianti combinati previsti in Val di Cornia e Larderello.
Realizzare solo un impianto di biomasse costerebbe troppo, clonarli e mettere insieme una caldaia alle turbine e agli impianti per i flussi di calore, riduce i costi degli ausiliari e aumenta anche l’efficienza. Saranno tutti piccole centrali da 5 megawatt massimo».
DAL CALOR BIANCO al calore del sole, con il rapporto dell’area «research» della Banca Monte dei Paschi. Che assegna alla Toscana la quota maggiore di impianti fotovoltaici nel Centro Italia, con il 5,8% del totale. Se si guarda invece alla potenza degli impianti, la Toscana cede il primato al Lazio, forte del 7% del totale di potenza generata, rispetto al 4%.
Sul fronte solare, l’Italia sarebbe al primo posto nella graduatoria mondiale della potenza entrata in esercizio nel 2011, superando di tre volte il dato della Germania.
Per restare in Toscana, ieri la giunta regionale, su iniziativa dell’assessore al governo del territorio Anna Marson, ha approvato le individuazioni delle zone non idonee all’installazione di impianti fotovoltaici a terra e di quelle idonee alle varie potenze di impianto nelle dieci province toscane. Limiti fissati nelle aree agricole di maggior pregio nelle province di Livorno, Lucca e Pisa, più perimetrazioni diverse nella aree Dop e Igp a Livorno e Pisa. La Provincia di Lucca ha ritenuto tutto il territorio meritevole di salvaguardia. Oggi sarà consultato il consiglio delle autonomie locali, poi la proposta andrà in consiglio regionale per la mappatura completa delle aree non idonee ai pannelli solari.