Dal premier un discorso programmatico dai toni ambientalisti, ma per la geotermia sono molti i ritardi segnalati da UGI da recuperare: ad esempio il decreto per la progettazione e la posa delle sonde geotermiche o il FER2
L’Unione Geotermica Italiana (UGI) esprime «fiducia e soddisfazione» per le dichiarazioni programmatiche con cui il premier Mario Draghi ha ottenuto la fiducia in Parlamento, soffermandosi in particolare sull’impegno annunciato per il completamento del Programma Nazionale per la Ripresa e la Resilienza (PNRR): i suoi obiettivi strategici sono stati infatti presentati come “la produzione di energia da fonti rinnovabili, l’inquinamento dell’aria e delle acque, la rete ferroviaria veloce, le reti di distribuzione dell’energia per i veicoli a propulsione elettrica, la produzione e distribuzione di idrogeno, la digitalizzazione, la banda larga e le reti di comunicazione 5G”.
Un percorso nel quale anche la geotermia troverebbe perfetta collocazione.
«Per accelerare la transizione energetica e rafforzare l’ambizioso obiettivo europeo per il taglio del 55% delle emissioni clima-alteranti entro il 2030, riteniamo necessario – dichiarano dall’UGI – investire nell’innovazione e diffusione dei sistemi di riscaldamenti e raffrescamento che utilizzano fonti energetiche rinnovabili (renewable heating & cooling). Infatti questi sistemi orientano le scelte urbanistiche e di politica industriale in Europa per la loro capacità di rivoluzionare l’offerta energetica e di creare innovazione negli “Usi termici negli edifici”, settore che in Italia incide ancora per la metà dei consumi totali di fonti fossili (55 Mtep/anno)».
Per permettere però alle potenzialità latenti della geotermia di dispiegarsi, sia in ambito termico sia per la produzione dell’elettricità, mancano da tempo importanti tasselli.
«Segnaliamo al Governo – incalzano da UGI – il ritardo fino ad oggi accumulato da provvedimenti indispensabili per il settore energetico ed ambientale, quali l’approvazione dei Decreti che devono disciplinare e tutelare l’utilizzo di fonti rinnovabili per una transizione più incisiva ed efficace. L’attesa annosa e ingiustificata di alcuni di questi, quali ad esempio il decreto per la progettazione e la posa delle sonde geotermiche e quello per l’incentivazione delle fonti rinnovabili innovative per la produzione elettrica (detto FER2), determina di fatto una discriminazione verso le “rinnovabili termiche” quali biomasse e geotermia. In ultimo – concludono dall’Unione Geotermica Italiana – ricordiamo le distorsioni presenti nel Bilancio dello Stato, che tuttora destina 19 miliardi di euro in sussidi che peggiorano l’impatto sull’ambiente, essendo certi che tali incongruenze saranno presto rimosse».