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Geotermia: dalla ETIP-DG un’Agenda per guidare la ricerca e innovazione in Europa

La posta in gioco è impressionante: l'1% dell’energia termica contenuta nel nostro pianeta è 500 volte maggiore di quella accumulata in tutti i giacimenti di petrolio e gas del mondo

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Quale contributo può dare la geotermia all’Europa, da subito e nei decenni a venire, per costruire città e comunità sostenibili, in grado di fare dell’energie rinnovabili una leva per lo sviluppo armonico del territorio?

Per rispondere compiutamente a questa domanda la European Technology & Innovation Platform on Deep Geothermal (ETIP-DG) presentava un anno fa a Pisa la sua Vision for deep geothermal: innescare un confronto aperto sul modo migliore per rendere l’energia geotermica sempre più sicura, accessibile, a emissioni di CO2 ridotte o nulle e con minori impatti ambientali, che oggi ha portato i suoi frutti.

La ETIP-DG ha infatti pubblicato nei giorni scorsi la Strategic Research and Innovation Agenda for Deep Geothermal, che mira a delineare le priorità per la geotermia in termini di ricerca e innovazione nell’arco dei prossimi decenni, fino all’orizzonte 2050.

«Ricerca, innovazione e competitività sono fondamentali per garantire la sicurezza energetica, l’efficienza energetica e la decarbonizzazione dell’economia europea – spiega Fausto Batini, eletto quest’anno alla presidenza dell’ETIP-DG – L’energia geotermica è una risorsa significativa all’interno del sistema energetico del futuro sia per il riscaldamento e il raffreddamento sia per la generazione di elettricità, e contribuirà a rendere l’Europa il leader mondiale nelle energie rinnovabili».

Sebbene il mercato sia cresciuto – negli ultimi 10 anni il settore geotermico europeo ha maturato e consolidato la sua posizione di leader tecnologico a livello globale – esiste ancora un considerevole potenziale di risorse geotermiche in Europa che rimane nascosto e inutilizzato.

La posta in gioco è impressionante: «Se confrontiamo il potenziale dell’energia geotermica con il potenziale dei combustibili fossili – si legge nel documento – scopriamo che l’1% della quantità di energia termica contenuta nel nostro pianeta è 500 volte maggiore di quella accumulata in tutti i giacimenti di petrolio e gas del mondo».

Non a caso la Vision for deep geothermal presenta la geotermia come una fonte rinnovabile in grado di soddisfare al 2050 il 50% della richiesta di energia elettrica in Europa, oltre a gran parte di quella dell’energia termica: oggi nel nostro continente il settore del riscaldamento e del raffreddamento rappresenta quasi il 50% della domanda di energia, e i 280 impianti di teleriscaldamento geotermico già in funzione in 24 paesi utilizzano solo una minima parte del potenziale geotermico disponibile. Per questo la «capacità di riscaldamento da fonti geotermiche profonde in Europa dovrebbe crescere in modo significativo, e lo stesso vale per le applicazioni industriali e di altro tipo (industria alimentare, bioraffinerie, turismo, ecc.)», offrendo un ampio ventaglio di possibilità di sviluppo sostenibile al territorio che custodisce questa preziosa fonte di energia rinnovabile.

Per raggiungere questi ambiziosi obiettivi sono però necessari sia un cambiamento culturale «assolutamente fondamentale se si vuole liberare il potenziale dell’energia geotermica», sia ulteriori azioni di ricerca e innovazione: il successo delle priorità specificate nell’Agenda richiede una maggiore e più coordinata assegnazione di fondi privati e pubblici (UE, nazionali e regionali), in modo da raggiungere così una riduzione complessiva dei costi che oggi frenano il settore geotermico – non solo tecnologici, ma anche ambientali e sociali – a tutto vantaggio del comparto industriale e del territorio.