È stato approvato a maggioranza l’atto presentato da Ulmi-Meini ed emendato da Pieroni, per sollecitare il ritorno degli incentivi alla produzione di elettricità da geotermia
Nel pomeriggio del 12 gennaio il Consiglio Regionale ha approvato a maggioranza (contrari i M5S) una mozione sulla geotermia – presentata da Andrea Ulmi ed Elena Meini, successivamente emendata da Andrea Pieroni – per impegnare la Giunta toscana a “proseguire nell’azione di sollecitazione nei confronti del Governo e del MISE per la più rapida approvazione del FER2”, ovvero l’atteso decreto che dovrebbe re-introdurre gli incentivi alla produzione di energia elettrica da geotermia non previsti per la per la prima volta nel decreto FER1 pubblicato nella Gazzetta ufficiale 185, il 9 agosto 2019.
Nel testo della mozione si afferma che “il testo del FER2 risulta ormai definito”, ma di fatto ancora non ce n’è traccia: da qui la sollecitazione del Consiglio Regionale visto che “il ritardo dell’emanazione del decreto FER2 contenente gli incentivi per la geotermia, unito all’imminente scadenza delle concessioni in essere, fissata al 2024, stanno determinando un quadro di incertezza dannoso per gli investimenti degli operatori in ambito geotermico”, che a loro volta si ripercuote sullo sviluppo sostenibile del territorio.
«Il MISE aveva annunciato che entro la fine di settembre il decreto FER2 sarebbe stato approvato – ricordano Ulmi e Meini – In pratica siamo arrivati a dicembre all’insegna dell’incertezza ed invece occorrono certezze per un comparto importante, sia a livello imprenditoriale che sociale, dei territori interessati. Preoccupazioni che coinvolgono anche la maggioranza, visto che dopo un emendamento, da noi condiviso, ha deciso di sostenere la mozione».
Il GSE stima che nell’ultimo anno siano stati erogati al comparto geotermoelettrico 113,7 milioni di euro, ovvero il 2,16% di tutti gli incentivi che il Gestore dei Servizi Energetici eroga alle fonti rinnovabili diverse dal fotovoltaico.
Quelli dedicati alla geotermia sono però incentivi in progressivo decremento, come stabilito dalla normativa in vigore, e senza il rinnovo previsto nel FER2 l’incertezza per gli stakeholder di settore è ad oggi molto ampia.
Eppure dalla geotermia arrivano vantaggi cruciali per i territori dove viene coltivata in maniera sostenibile, sia dal punto ambientale che socio-economico.
Non a caso la mozione ricorda che “nella regione Toscana la geotermia permette un risparmio di oltre 1 milione e 400 mila TEP (Tonnellate Equivalenti di Petrolio) e 4,1 Mton di emissioni di CO2 evitate. La geotermia garantisce 650 occupati diretti e circa 2.000 nell’indotto ed ha promosso lo sviluppo di numerose piccole e medie imprese in diversificati settori produttivi. La geotermia corrisponde circa il 30% del fabbisogno energetico (in realtà elettrico, ndr) regionale, pari ad un consumo medio annuo di circa 2 milioni di famiglie; al contempo fornisce calore per riscaldare circa 8.700 utenze domestiche e commerciali e circa 25 ettari di serre”.
«Il ritardo sul decreto FER2 contenente gli incentivi per la geotermia, unito alla vicina scadenza delle concessioni in essere, fissata al 2024, sta determinando – sottolinea nel merito Pieroni – un quadro di incertezza dannoso per gli investimenti nel settore ed è pertanto necessario accelerare i tempi: il Governo e il MISE si adoperino per una rapida approvazione. L’energia geotermica è determinante per l’economia locale della Val di Cecina ed una risorsa rinnovabile che aiuta a diminuire l’impatto energetico muovendo un indotto con decine di aziende e circa 2.000 addetti, oltre ad un giro di investimenti pari a 150 milioni all’anno, mentre ammontano a 30 milioni le royalties che ricadono su territorio. Inoltre, la Regione Toscana ha definito le Aree Non Idonee (ANI) in accordo con i Comuni geotermici, un esempio di proficua intesa con i territori. Una recente indagine di ARPAT dimostra che nelle centrali geotermiche toscane le irregolarità sono allo 0%, il che vuol dire che il 100 % degli impianti controllati presenta valori inferiori ai limiti per le emissioni di sostanze inquinanti (acido solfidrico, mercurio e anidride solforosa o biossido di azoto), dimostrando come la geotermia sia un’energia sicura, pulita e rinnovabile».