La società americana Simbol Materials ha iniziato la costruzione di un impianto per l’estrazione di litio, zinco e manganese dai fluidi utilizzati per la generazione elettrica nelle centrali geotermiche. Sono tre elementi considerati cruciali per l’industria energetica del futuro: in particolare il litio, che è un minerale ad alto potenziale elettrochimico, è sempre più utilizzato per la fabbricazione di accumulatori ad alta efficienza (batterie agli ioni di litio) e apparecchiature elettroniche. Le centrali geotermiche funzionano grazie all’acqua calda estratta dal sottosuolo, che di regola è associata a numerosi minerali in soluzione. Simbol Materials ha verificato che in alcuni impianti, come quelli di Salton Sea in California, (un sito dove sono in servizio 5 centrali geotermiche) il fluido sotterraneo contiene una miscela ricca di decine di minerali diversi, tra i quali il litio, lo zinco e il manganese in concentrazioni tali da essere estraibili a condizioni economicamente vantaggiose.. In realtà ricavare il litio dalle soluzioni acquose è uno dei metodi usati già oggi. La novità del progetto (oltre all’utilizzo dei fluidi geotermici, che in tal senso potrebbero costituire una sorta di "miniera" già disponibile e sperimentata, con notevoli risparmi in termini economici e ambientali) consiste anche nel sistema di estrazione del litio, che promette di abbreviare enormemente i tempi di lavorazione. Attualmente, infatti, si pompa il liquido in un bacino e si aspetta che l’acqua evapori, lasciando sul terreno gli elementi salini. Questo procedimento però richiede mesi, mentre la Simbol Materials ha sviluppato una tecnica che ha bisogno di un solo minuto per filtrare circa 20.000 litri di liquido, ricavandone fra 40 e 80 litri di soluzione salina mista. Da questa, a regime, il nuovo impianto dovrebbe produrre circa 500 tonnellate di carbonato di litio all’anno.