Home Cosvig Geotermia: cosa dice l’accordo ENEL-Regione Toscana

Geotermia: cosa dice l’accordo ENEL-Regione Toscana

355
0
CONDIVIDI
Riepiloghiamo i punti principali a beneficio dei lettori

Fonte: Il Cittadino Online

Autore: Fabrizio Pinzuti

Pensiamo di far cosa utile ai lettori nel ripercorrere i punti fondamentali del nuovo protocollo di intesa sulla geotermia in Toscana, divenuto oggetto di particolare attenzione da parte dell’opinione pubblica, oltre che dei movimenti, delle forze politiche e degli amministratori. Il protocollo, siglato lo scorso 2 maggio tra il presidente della Regione Toscana Enrico Rossi e l’amministratore delegato e direttore generale di Enel, Fulvio Conti, fa seguito all’accordo generale sulla geotermia del 20 dicembre 2007 e all’accordo attuativo del 20 aprile 2009, ed è presentato dai sottoscrittori come un passo per favorire la crescita sociale ed economica dei territori geotermici, sia dell’area tradizionale di Larderello, che di quella amiatina dove, con la nuova centrale di Bagnore 4, verrà completato il programma di 112 megawatt di nuova potenza prefigurato dall’accordo del 2007.
Il protocollo guarda anche agli altri usi della geotermia legati all’utilizzo del calore, per sostenere la nascita di un indotto nel settore termico, con la previsione di nuovi insediamenti produttivi nelle aree geotermiche. Rispetto ai vantaggiosi costi del calore esistenti, Enel Green Power si impegna a ridurre ulteriormente, fino al 20%, il prezzo di cessione del calore e a mettere a disposizione il proprio know how specifico in questa materia. Oltre che della riduzione dei costi dell’energia, il nuovo protocollo vorrebbe affrontare anche i temi della green economy. In particolare si vorrebbe estendere l’uso del teleriscaldamento, finora limitato a cinque comuni (Pomarance, Castelnuovo Val di Cecina, Monterotondo Marittimo, Santa Fiora e Monteverdi Marittimo) e ampliare l’uso del calore geotermico per lo svolgimento dell’attività industriale.
Il supporto tecnologico di Enel Green Power “potrà comportare l’impiego di oltre un milione di euro nel prossimo triennio, attraendo imprese e favorendo lo sviluppo di una green economy connessa all’uso intelligente del calore della terra” (La Nazione 3 maggio) . Il protocollo prevede inoltre il comune impegno per lo sviluppo della ricerca scientifica e dell’alta formazione nel campo dell’innovazione tecnologica nel settore geotermico sia termico, sia elettrico. In particolare, è prevista la creazione di un polo territoriale delle energie geotermiche che, avvalendosi degli Enti locali geotermici e delle realtà già operanti quali il Cosvig (Consorzio Sviluppo Aree geotermiche), il Centro Ricerca Enel, le Università, l’Irpet e il Distretto tecnologico regionale delle energie rinnovabili, trasferisca know how e attivi progetti di ricerca e di alta specializzazione finalizzati alla creazione di Centri di Competenza, sia nei territori geotermici che nell’area sperimentale Enel di Livorno. L’accordo esplicita anche la volontà di promuovere sinergie per l’utilizzo delle tecnologie per la media o bassa entalpia in campo geotermico, laddove vengano trovati fluidi geotermici tra i 120 e i 150 ° C che consentano l’applicazione del ciclo binario o di processi innovativi dal punto di vista tecnologico. L’aumento della produzione di energia da fonte geotermica, attualmente al 26%,; non è ovviamente esente da polemiche. Questa fonte, ammesso che sia rinnovabile, non è, si afferma da più parti, a inquinamento 0. Le istituzioni insieme a Enel stanno ora provando a rilanciare il settore, facendone un business di primo piano sul territorio, con la costruzione di nuove centrali e nuovi poli industriali di eccellenza. E per rimuovere le resistenze locali il Presidente della Regione, Enrico Rossi ha pensato a forme di compensazione economica per gli eventuali danni procurati ed ha dichiarato: “Basta con l’essere contro la geotermia: è una ricchezza del nostro territorio, vediamo di farne un elemento di crescita e sviluppo per tutti noi, come succede in altre parti del mondo”. Non resta che capire se i territori interessati di Lardarello e Amiata si lasceranno convincere da questi argomenti.