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Geotermia, cento anni di storia nel Museo che guarda al futuro

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Larderello, taglio del nastro per celebrare una struttura completamente rinnovata nei contenuti. L’Ad di Enel Green Power Starace: «La tecnologia è nata qui e ancora oggi siamo all’avanguardia»

Fonte: Il Tirreno, Cronaca di Pontedera

Autore: Manolo Morandini

«Cosa sarebbe questa zona se non fosse nata la geotermia?». Allarga la prospettiva l’amministratore delegato di Enel Green Power Francesco Starace. Di fronte a Larderello lo sguardo abbraccia gli impianti di Valle Secolo. Mentre i pensieri sciolgono l’intreccio dei vapordotti che imbriglia il vapore sprigionato dai soffioni e lo convoglia verso le trentatré centrali attive in Toscana. «Sono passati cento anni e abbiamo davanti un grande futuro», dice. Nel settembre del 1913 qui entrava in esercizio la prima centrale geotermica. Storia di una conquista industriale che si racconta nelle stanze del Museo allestito al piano terra di Palazzo de Larderel. Dieci sale completamente rinnovate, nei contenuti e per le soluzioni multimediali. Inaugurate in occasione del primo secolo di geotermia. Una realtà che nelle province di Pisa, Siena e Grosseto oggi consente di soddisfare il 26,5% del fabbisogno energetico della Toscana. A Larderello c’è il più antico complesso geotermico del mondo. «Tutta la tecnologia della geotermia mondiale è stata sviluppata in questa zona da tecnici italiani – sostiene l’Ad Starace –. E ancora oggi siamo all’avanguardia». Il Museo, aperto negli anni Cinquanta, si rinnova proprio per raccontarne l’evoluzione. Una struttura aperta al mondo delle scuole e della ricerca e a chi è interessato a conoscere il fenomeno geotermico nelle sue molteplici accezioni. Dall’industria chimica a quella elettrica, alla filiera del calore. Dei 900 milioni di euro di investimenti previsti in Toscana nei prossimi cinque anni, 500 milioni sono per il settore della geotermia. «Abbiamo investimenti importanti sugli impianti e attività di ricerca e sviluppo, non solo sulla geotermia e sul fronte dell’energia marina». Su questo fronte, spiega l’Ad di Enel Green Power: «Abbiamo un primo prototipo a Pisa che sposteremo poi all’Isola d’Elba per iniziare a produrre energia elettrica grazie alla prima centrale maremotrice in Italia. Stiamo, inoltre, testando una pala eolica rivoluzionaria, che abbiamo progettato insieme all’architetto Renzo Piano». Presenti al taglio del nastro, tra gli altri l’assessore regionale all’ambiente Anna Rita Bramerini, il presidente della Provincia di Pisa Andrea Pieroni, i sindaci dei Comuni geotermici della Toscana, tra cui il padrone di casa il primo cittadino di Pomarance Loris Martignoni, e numerose autorità. Il museo, a ingresso gratuito e aperto tutto l’anno, illustra la storia della geotermia, dalle terme etrusco romane alla scoperta nel 1777 dell’acido borico con il successivo avvio dell’attività chimica del Conte Francesco de Larderel e l’accensione delle prime cinque lampadine nel 1904 grazie all’intuizione del principe Ginori Conti. E nel percorso uno spazio è dedicato alle attività di perforazione nel territorio, la prima risalente al 1838, mentre una sala 3D accompagna il visitatore in una spettacolare discesa virtuale al centro della terra. Nell’occasione Bramerini rispolvera la filosofia del protocollo siglato con Enel nel 2007 e sottolinea che «il nuovo Piano energetico regionale, che sarà varato a breve, valorizzerà molto la risorsa geotermica, in particolare quella a media entalpia». Per il presidente della Provincia di Pisa Andrea Pieroni : «Il museo racconta la storia di un grande successo industriale, che oggi ci vale il merito di essere una delle capitali europee delle energie rinnovabili. Geotermia significa innovazione, ricerca, investimenti e occupazione e il futuro, anche grazie agli investimenti di Enel, è senz’altro di crescita, in un settore che vede in particolare la Provincia fortemente impegnata anche nella valorizzazione delle risorse eoliche e solari». Il sindaco Martignoni guarda alla rinnovata veste del Museo per le potenzialità turistiche. Una possibilità da cogliere a servizio del territorio. «Crediamo fortemente nel valore turistico dell’area geotermica – dice –. Il museo permetterà di dare un’ulteriore spinta al turismo scolastico e non solo nella nostra zona. Le visite annue registrate contano 25mila presenze, ma l’obiettivo è quello di tornare agli anni d’oro, quando il museo ne contava quasi 40mila».