Non sono certo interrogativi nuovi,
tutt’altro. Ma si rinnovano ogni volta che «succede qualcosa»,
ogni volta che si teme un disimpegno dell’Enel e magari della
regione, ogni volta che si perde un posto di lavoro, ogni volta, come
in questo caso, che in sede politica c’è uno scontro, un
confronto, su questo argomento. E’ nuovamente successo in sede di
consiglio regionale, dove alcuni esponenti dell’opposizione di
centrodestra — Titoni, Carraresi, Del Carlo — hanno interrogato
l’assessore Bramerini sul futuro della geotermia in Toscana. Quella
di Larderello, ovvero della Valdicecina, e quella dell’Amiata, aree
vicine e geologicamente simili, almeno in parte, dove l’Enel opera
ma dove c’è il sospetto che non voglia più operare con l’impegno
di un tempo.
Un confronto, quello fra Bramerini (e
dunque il centrosinistra che governa la Toscana) e
Titino-Carraresi-del Carlo che prendendo lo spunto dagli accordi che
prevedono anche un sostegno regionali (6 milioni circa) alla
geotermia, arrivano anche a un tema politico generale. Rispondendo
agli interroganti, la Bramerini ha infatti detto che la Regione è
favorevole alla concorrenza, al libero mercato, nel campo della
geotermia, per cui l’Enel non dovrebbe aver nessuna pista
preferenziale.
Nessun «privilegio». Linea di
indirizzo che anche Titoni-Carraresi-Del Carlo, nella controrisposta,
dicono di condividere. «Ma — aggiungono — non si capisce allora
perché la Regione operi al contrario, come ora succede, nei
confronti degli anacronistici monopoli delle ex società
municipalizzate comunali che gestiscono la distribuzione del gas, del
ciclo delle acque e dei rifiuti.
Nelle quali le amministrazioni
comunali, grazie anche al discutibile contributi di alcuni istituti
di credito, sono attori di un inconsapevole conflitto di interesse».
LA BRAMERINI sostiene tuttavia che gli
accorsi sottoscritti con l’Enel per il presente e per il futuro
della geotermia in Valdicecina vanno avanti, anche se l’Enel ha
chiesto il rinvio, ma di alcuni giorni, dell’incontro in cui si
doveva (e si dovrà) fare il punto della situazione allo stato
attuale, ovvero a fine 2009. E’ arcinoto che se i pozzi della
geotermia non vengono riforniti e rimpinguati di acqua, non c’è
futuro. E così per altri aspetti dell’industria geotermica, una
delle più naturali per produrre energia pulita e rinnovabile, ma
che, come tutte le altre, deve essere curata.
Nella discussione che coinvolge «mille»
aspetti, si inserisce anche il confronto, diremmo la concorrenza se
il termine può essere passato, con L’Amiata. Considerata dall’Enel
una zona ancora con potenzialità, mentre Larderello sarebbe al
massimo e dunque con poche o nulle possibilità. Altro tema
importante, forse il più importante di tutti, è quello
occupazionale.La Bramerini dice che non ci sono stati licenziamenti,
i tre consiglieri del centroidestra ribattono che i posti già persi
sono però 60, frutto di mancato turn over per chi va in pensione o
lascia il lavoro. Da tutto questo è possibile trarre una
conclusione, anche se momentanea? Si è no. L’impressione generale
è che il momento e il futuro siano indubbiamente difficili, ma che
la battaglia per salvare la geotermia in Valdicecina non è ancora
persa.