Nel 2016 le energie rinnovabili sono cresciute tanto che a livello globale sono passate dal 6% al 24% in termini di potenza elettrica installata (quota, questa, composta ancora per il 70% dalla fonte idroelettrica), in un trend destinato a non arrestarsi.
Secondo i dati diffusi dalla International Energy Agency- IEA,tra il 2015 e il 2021 le rinnovabili segneranno un +36%, ovvero lo sviluppo più rapido al mondo per la produzione di energia elettrica, arrivando a superare i 7.650 TWh. Ma non basterà. Per rimanere entro lo scenario 2DS (ovvero limitare, con una probabilità dell’80%, l’aumento a lungo termine della temperatura media globale entro i +2°C) sarà necessario raggiungere i 10.300 TWh al 2025, e anche la geotermia dovrà incrementare il proprio contributo.
Come evidenziato nell’immagine a fianco (LINK), le nuove installazioni in ambito geotermico si sono susseguite nel corso di quest’inizio millennio, ma non abbastanza velocemente per contribuire a sufficienza al contenimento delle emissioni climalteranti.
Secondo la IEA, contro i cambiamenti climatici il mondo ha ora bisogno di più geotermia, e più in fretta. E non solo per la produzione di energia elettrica.
L’uso diretto delle fonti rinnovabili per la produzione di calore (che si tratti di biomasse, solare termico o geotermia) è salito dell’8% nel mondo dal 2010 al 2014 – con l’UE che ad oggi soddisfa circa il 15% del proprio fabbisogno termico tramite le rinnovabili – ma dovrà crescere di un ulteriore 32% al 2025 per centrare gli obiettivi dello scenario 2DS.