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Geotermia: “Accuse infondate per mettere in discussione l’impegno degli enti locali”

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“Se questi sono i toni del convegno di Abbadia San Salvatore, non vediamo confronto su questo tema”

Fonte: AGIPress

Autore: AGIPress

“Gli studi epidemiologici effettuati in Amiata dall’Agenzia regionale di sanità sono stati condivisi dagli enti locali e presentati pubblicamente in un percorso di confronto chiaro e trasparente. Le accuse rivolte dai comitati alla Regione di aver manipolato i dati sono gravi, infondate e vogliono mettere in discussione un elemento prioritario nella valorizzazione della risorsa geotermica dei nostri territori: la salute dei cittadini”. Con queste parole Giuliano Simonetti, presidente della Comunità montana Amiata Val d’Orcia, Fabrizio Agnorelli, sindaco di Piancastagnaio e Massimo Magrini, primo cittadino di Radicofani intervengono sulle affermazioni dei comitati ambientalisti amiatini che, nei giorni scorsi, hanno accusato gli enti locali firmatari dell’accordo sulla geotermia, siglato nel 2007 – tra cui la Regione Toscana, i Comuni di Piancastagnaio e Radicofani, la Comunità montana Amiata Val d’Orcia e la Provincia di Siena – di aver alterato i dati sulle emissioni geotermiche prima di presentarli ai cittadini.
“La ricerca epidemiologica – continuano Simonetti, Agnorelli e Magrini – era il primo punto dell’accordo firmato nel 2007 ed è stata promossa dalla Regione con serietà e professionalità, avvalendosi della collaborazione della Fondazione Monasterio di Pisa, il gruppo di epidemiologi del Cnr, un soggetto super partes ed esperto in materia. Sono emersi alcuni aspetti che meritano un approfondimento per la popolazione amiatina e la Regione ha già dato piena disponibilità a promuovere ulteriori studi, anche se, complessivamente, non sono state rilevate differenze particolari nelle condizioni di salute fra chi vive in aree geotermiche e chi, invece, abita in altre zone della regione”.
“Il mantenimento della risorsa geotermica nell’ambito delle tre centrali previste nel protocollo del 2007, senza nessun ulteriore sviluppo – continuano Simonetti, Agnorelli e Magrini – è subordinato, prima di tutto, alla tutela della salute pubblica. Lo studio epidemiologico realizzato, come previsto nel protocollo, va in questa direzione, ma ora servono anche risposte concrete e veloci. A Piancastagnaio si sta aspettando da oltre due anni la conclusione della Valutazione di impatto ambientale per procedere non alla realizzazione di nuovi impianti ma alla chiusura della centrale Pc2, obsoleta e inquinante. Se non arriveranno risposte in tempi brevi, dovremo comunque chiudere la centrale. Non siamo più disposti ad aspettare e vogliamo dare certezze al territorio”.
“Da parte nostra – continuano Simonetti, Agnorelli e Magrini – respingiamo ogni tentativo di generare preoccupazioni infondate e procurati allarmi, che fanno solo male al territorio e alimentano la diffusione di false informazioni. Se questi sono i toni che accompagneranno il convegno in programma domani, sabato 5 febbraio ad Abbadia San Salvatore, non vediamo possibilità di dialogo e confronto su questo tema”.