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Geotermia a Villamagna , via libera ai rilevamenti

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Partono le ispezioni. Impianti piccoli e nessun odoraccio. Cinci: possibilità di trovare veramente qualcosa

Fonte: Il Tirreno, Cronaca di Pontedera

Autore: Gianni Bianchi

VOLTERRA Anche Volterra tra i comuni geotermici? Il Colle muove i primi passi. Per saperlo serviranno circa quattro-sei anni di studi vari. Dunque sarà possibile probabilmente conoscere con la dovuta precisione le quantità e le potenzialità geotermiche che offre il sottosuolo di Villamagna. Per adesso la società Ravano Green Power di Genova, che ne aveva fatto richiesta, ha avuto l’autorizzazione dalla Conferenza dei servizi, al cui tavolo in sede regionale, si è seduto anche il Comune di Volterra, dando sostanziale approvazione ai permessi concessi, ad effettuare studi nel sottosuolo dei comuni di Montaione, Chianni, Terricciola, Lajatico, Peccioli, e Volterra, appunto. Nella sala parrocchiale di Villamagna il sindaco Marco Buselli ha perciò voluto incontrare i cittadini del piccolo centro, presentatesi all’appuntamento circa venticinque persone, per illustrare loro, col supporto dell’esperto Marcello Cinci, consigliere di sorveglianza di Asa e geologo di Enel, quali saranno con buona probabilità gli studi che, una volta sbrigate le formalità burocratiche, fra qualche mese circa, la succitata società Ravano andrà ad effettuare nel terreno di Villamagna. «In questa fase nessuna produzione – spiega Cinci – si effettueranno solo dei rilevamenti geochimici e geofisici – e sintetizzando – non sarà utilizzato niente che possa creare danni o problemi o pericolo a persone o alle cose». «In questa zona – afferma Cinci – la risorsa geotermica che potrebbe essere trovata è principalmente acqua calda tra 50 e 120 gradi; per lo sfruttamento di questa risorsa per scopi di produzione di energia elettrica, questa viene fatta solitamente con impianti nei quali non ci sono emissioni nell’atmosfera». E scongiura la paranoia soffioni, con conseguente odore di uovo marcio e impatto paesaggistico. Gli eventuali impianti «sono abbastanza piccoli, modulari, da 250 kw a 2 mw, occupano lo spazio di un capannone agricolo circa, e funzionano con lo scambio di calore». E la tubazione? Chiede una signora sensibile alle questioni estetiche. «Può essere sia esterna che interrata – risponde Cinci – passa acqua, quindi può essere paragonata a quella di un acquedotto». Le prospettive di trovare effettivamente qualcosa? «Sono abbastanza alte – dice ancora Cinci – anche perché, ripeto, la carta delle temperature attesa a mille metri va da 50 a 100 gradi». Quelle lavorative: circa due tre posti, più quelli periodici generati da un eventuale indotto. Esce fuori il terremoto in Emilia, ma il geologo rassicura «nessun pericolo». «C’è la possibilità di poter entrare a far parte dei comuni geotermici – chiude infine Buselli – avere la lira geotermica e, oltre all’energia pulita, qualche entrata in più che non fa male».