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Geotermia: A quanto ammontano gli incentivi? Dal GSE i dati definitivi dell’ultimo anno

Quelli vigenti (e in progressivo decremento) valgono 102,6 milioni di euro, l’1,98% di tutti gli incentivi erogati dal GSE a sostegno delle fonti rinnovabili non fotovoltaiche. Ma per il rinnovo degli incentivi si attende il FER2

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Quelli vigenti (e in progressivo decremento) valgono 102,6 milioni di euro, l’1,98% di tutti gli incentivi erogati dal GSE a sostegno delle fonti rinnovabili non fotovoltaiche. Ma per il rinnovo degli incentivi si attende il FER2


Il Gestore dei Servizi Energetici (GSE) ha reso noti nei giorni scorsi i dati relativi all’ammontare degli incentivi dedicati alle fonti rinnovabili non fotovoltaiche – geotermia compresa – nel corso dell’ultimo anno: il relativo contatore mostra, allo scorso 31 dicembre, un costo indicativo medio «di 5,172 miliardi di euro», da confrontarsi con il tetto annuale di 5,8 miliardi annuale di euro e «in aumento rispetto al mese precedente (+127 € mln), principalmente per gli ulteriori segnali di ribasso del prezzo dell’energia, cui consegue un aumento dell’onere di incentivazione».

Di tutti questi 5,172 miliardi di euro, alla geotermia sono andati 102,6 milioni di euro: l’1,98% di tutti gli incentivi erogati dal GSE a sostegno delle fonti rinnovabili non fotovoltaiche.

Si tratta di risorse alle quali solo in Toscana sono legati circa 4mila posti di lavoro, importanti ricadute occupazionali nel settore turistico e agroalimentare oltre a 30 milioni di euro annui destinati ai territori che possiedono le risorse geotermiche oggetto di coltivazione.

Una filiera con importanti e positive ricadute ambientali: come ricordano da Enel Green Power – gestore delle centrali geotermoelettriche toscane – i quasi 6 miliardi di KWh prodotti annualmente in Toscana, oltre «a soddisfare più del 30% del fabbisogno energetico regionale, forniscono calore utile a riscaldare oltre 10mila utenti residenziali nonché aziende artigianali dei territori geotermici, circa 30 ettari di serre e caseifici e contribuiscono ad alimentare una importante filiera agricola, gastronomica e turistica con oltre 60mila visite all’anno. Complessivamente, tra produzione di energia elettrica e fornitura di calore, la geotermia toscana consente di evitare l’immissione in atmosfera di 4 milioni di tonnellate equivalenti di CO2 all’anno e un milione e 400 mila TEP (Tonnellate Equivalenti di Petrolio)».

Ma da dove arrivano gli incentivi statali a sostegno della geotermia?

Più nel dettaglio, il GSE suddivide come di seguito il costo indicativo annuo delle risorse rivolte a questa fonte rinnovabile: 88,4 milioni di euro arrivano dall’incentivo ex Certificati verdi, 12,9 dagli incentivi introdotti dal Dm 6/7/2012, e infine 1,3 milioni di euro dagli incentivi previsti dal Dm 23/6/2016.

Il totale è appunto 102,6 milioni di euro: neanche il 2% di tutti gli incentivi riconosciuti agli impianti alimentati da fonti rinnovabili diversi da quelli fotovoltaici.

I 102,6 milioni dedicati alla geotermia euro impallidiscono, inoltre, in confronto ai sussidi erogati ogni anno in Italia a sostegno dei combustibili fossili, stimati dal ministero dell’Ambiente in 16,8 miliardi di euro (una cifra dunque 168 volte superiore) e da Legambiente in 18,8 miliardi di euro.

Quelli dedicati alla geotermia sono peraltro incentivi in progressivo decremento, come stabilito dalla normativa in vigore, mentre, come noto, il decreto FER1 sulle rinnovabili – pubblicato nella Gazzetta ufficiale 185, lo scorso 9 agosto – non contempla il rinnovo degli incentivi dedicati a questa fonte rinnovabile, slittato all’interno del decreto FER2 ancora in fase di elaborazione: secondo quanto comunicato dalla sottosegretaria al Ministero dello Sviluppo Economico, Alessia Morani, al governatore della Regione Toscana, Enrico Rossi, l’approvazione del decreto FER2 è attesa per il mese in corso.