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Geotermia a bassa entalpia: il futuro del rinnovabile termico

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Il Consiglio nazionale dei geologi dà parere favorevole

Fonte: Il Cittadino OnLine.it

Autore: Fabrizio Pinzuti

Un’ulteriore autorevole voce a favore della geotermia a “bassa entalpia” (nome che deriva dalla definizione, data dal D. Lgs. 22/2010, dei fluidi estratti dal sottosuolo per la produzione di calore ed elettricità al di sotto dei 90° C utilizzati tramite una pompa di calore), proviene da Gian Vito Graziano, presidente del Consiglio Nazionale dei Geologi (CNG). Per meglio comprendere le argomentazioni di Graziano non sarà superfluo ricordare: che i costi di installazione di un impianto che sfrutta le basse entalpie sono attualmente più elevati rispetto alle soluzioni convenzionali (caldaia a metano o gasolio), ma che tuttavia i minori costi di mantenimento permettono un recupero dell’investimento in tempi inferiori a 10 anni, con una vita dell’impianto non inferiore a 25 anni: che nel 2010, in Europa, erano operative circa 1 milione di pompe di calore geotermiche in 19 Stati.

«La geotermia a bassa entalpia a pompa di calore, sostiene lo studioso, è la tecnologia a più alta efficienza tra le rinnovabili e che in Europa rappresenta il presente, ma anche il futuro del rinnovabile termico, soprattutto nel comparto residenziale», ricordando che «la geotermia ancora oggi è un’eccellenza tutta italiana con un know how (locuzione derivata dalla lingua inglese, letteralmente "sapere come", che identifica le conoscenze e le abilità operative necessarie per svolgere una determinata attività lavorativa n.d.r.) che non deve essere disperso». Anzi, secondo Graziano, è necessario che l’Italia sappia valorizzare questo vantaggio di conoscenza così da programmare il possibile sviluppo dell’utilizzo della fonte geotermica e delle altre fonti rinnovabili. L’attenzione verso il settore appare invece non sempre agevolata nel nostro paese e, ad esempio, il mercato delle pompe di calore, nonostante la crescita che l’ha contraddistinto, è tuttavia ancora ostacolato da strumenti di sostegno evidentemente non adeguati. Da più parti – sottolinea Graziano – si afferma con certezza che le pompe di calore geotermico svolgeranno un ruolo chiave per il conseguimento dei target del Pacchetto Clima per il 2020, con proiezioni che danno il potenziale delle pompe di calore persino superiore agli obiettivi del Piano di Azione Nazionale (PAN) per le energie rinnovabili. Se gli obiettivi nazionali 2020 dovessero essere raggiunti, si stima che le pompe di calore saranno responsabili del 30% dello sforzo aggiuntivo per il consumo di rinnovabili termiche e del 14% della riduzione di consumo di energia». Per questo è necessario semplificare le regole e disegnare «una politica energetica non solo forte e decisa, ma che si rivolga finalmente con decisione alle pompe di calore geotermico, perché esse rappresentano per l’Italia una grande occasione per il rilancio dell’economia» (Fonte Geotermia News).