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Futuro e prospettive della geotermia: per Rifkin la geotermia è tra le priorità future e Starace (Enel GreenPower) annuncia un impianto binario in una centrale. E nel frattempo una buona notizia dalla Sicilia.

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Secondo l’economista e studioso di fama mondiale Jeremy Rifkin la geotermia (insieme al sole, al vento e ai rifiuti) è una delle priorità future; l’amministratore delegato di Enel Green Power annuncia un impianto geotermico binario in Toscana e in Sicilia proseguono indagini sui vulcani da parte dell’INGV.

Fonte: GeotermiaNews

Autore: Redazione

Ormai da anni lo studioso di fama mondiale Jeremy Rifkin (consulente dell’Unione Europea e di vari capi di Stato) sostiene il ricorso alla “terza rivoluzione industriale”, basata, dal punto di vista energetico, non più sulla dipendenza dal petrolio quanto sull’utilizzo a pieno delle energie rinnovabili.
Posizione che ha ribadito nei giorni scorsi aprendo i lavori dell’incontro “Innovation Technology for a sustainable future” organizzato da Assolombarda e Politecnico di Milano.
Obiettivo dell’incontro era proprio quello di stimolare una discussione aperta su come, utilizzando gli strumenti dell’innovazione tecnologica, il nostro Paese possa uscire dalla crisi.
Secondo Rifkin “Sole, vento, geotermia e rifiuti sono il futuro”, ma occorre trovare ed implementare nuove tecnologie di stoccaggio energetico.
Tecnologie nuove e futuro. I temi affrontati anche da Francesco Starace, amministratore delegato di Enel Green Power in un’intervista apparsa su QualEnergia.it nei giorni scorsi, in cui ha parlato, fra le altre cose, anche del futuro della geotermia in Italia.
“La geotermia” ha detto Starace “è un campo estremamente complesso, in cui si fa presto a parlare, ma la cui realtà è comprensibile solo da pochi specialisti come quelli, ottimi, che abbiamo in Italia. Nel nostro paese le risorse geotermiche sono perfettamente conosciute, essendo studiate da un secolo (ricorre proprio in questi giorni il centesimo anniversario della messa in funzione della prima centrale geotermoelettrica al mondo, la Larderello 1, attivata nel Settembre 1913, ndr)”. E riguardo alla possibilità di sfruttare la tecnologia binaria, pur mantenendosi cauto ha annunciato che “presto proveremo un impianto binario presso una centrale geotermica nel nostro paese”. Mentre sulle tecniche più innovative, ovvero sulla cosiddetta geotermia “artificiale” utilizzando iniezioni di acqua in profondità su rocce calde e secche, la posizione dell’AD di Enel Green Power è stata abbastanza netta: “Fare geotermia fratturando rocce in profondità e iniettandovi acqua, è costoso e attuabile solo in zone desertiche, per le scosse sismiche che provoca. Accontentiamoci di essere orgogliosi del fatto che EGP sarà la prima a realizzare un impianto geotermico, convenzionale in Sudamerica: lo faremo in Cile, nel deserto di Atacama a 4500 metri di altezza.”
E proprio parlando della ricerca ancora attiva in campo geotermico, è di questi giorni l’annuncio di un’indagine volta a valutare l’impatto sull’aria e sulle acque superficiali delle acque e dei gas superficiali emessi da aree vulcaniche e geotermiche. La ricerca (condotta a Vulcano e nelle aree geotermiche toscane), che verrà illustrata nel corso della manifestazione GeoItalia 2013 (che si svolgerà a Pisa dal 16 al 18 settembre) è stata condotta da Domenico Granieri, dell’Istituto Nazionale di Geologia e Vulcanologia e ha evidenziato che nell’area dell’isola tali gas rimangono “ampiamente sotto la soglia di pericolosità per esposizioni prolungate” mentre, per quanto riguarda le aree geotermiche toscane (Larderello, Travale/Radicondoli, Monte Amiata) “il modello numerico evidenzia che le emissioni di H2S sono piuttosto basse nelle centrali della Toscana, soprattutto quelle fornite di filtri per l’abbattimento dell’H2S e del mercurio (filtri AMIS). Una ulteriore prova scientifica che la geotermia, di per sé, non fa male alla salute e che la tecnologia può contribuire migliorarne la compatibilità ambientale.