«Un disastro per la nostra azienda ma anche in generale per tutto il settore delle rinnovabili».
Franco di Renzo, direttore generale della Pramac azienda con sede a Casole d’Elsa guarda con molta preoccupazione alle decisioni del governo sul taglio degli incentivi per gli impianti del fotovoltaico.
L’azienda opera su scala mondiale, attraverso sei stabilimenti produttivi, di cui uno in Italia (quello di Casole d’Elsa) e cinque all’estero (Spagna, Francia, Cina, Stati Uniti e Svizzera), ed una rete distributiva composta da 25 filiali commerciali controllate dal Gruppo, nella progettazione, produzione e distribuzione di gruppi elettrogeni perla produzione di energia elettrica ed altri macchinari affini macchinari per la movimentazione logistica pannelli fotovoltaici per la produzione di energia elettrica. Questi ultimi vengono realizzati nello stabilimento in Svizzera,la Pramac Swiss per il mercato italiano. Inoltre Pramac produce realizza anche pale eoliche di piccole dimensioni da utilizzare anche per uso domestico. Fa presente Di Renzo. «Il problema oltre al taglio degli incentivi è la mancanza di chiarezza su cosa si vuole fare».Una situazione che impedisce a quest’azienda di programmare. «Perché per fare un business plan per la realizzazione di un impianto occorrono diciotto mesi».
Questa volta i timori espressi dal dirigente dell’azienda sono condivisi anche dal sindacato. Marco Goracci, responsabile della Fiom della provincia di Siena infatti non manca di sottolineare le ricadute negative che la politica governativa per il settore avrà su Pramac e sull’indotto che comprende, in tutta la provincia di Siena piccole imprese artigiane di installatori di impianti fotovoltaici. Per fare presenti gli effetti negativi che la stretta governativa sul fotovoltaico potrebbe avere sull’economia senese, questa mattina Goracci avrà un incontro con il prefetto Gerarda Pantalone. «Le chiederò di far presenti alle autorità di governo gli effetti delle loro decisioni su questo particolare settore». Il rischio che è nel caso dell’azienda di Casole d’Elsa che vengano tagliate le commesse e che la mancanza di lavoro provochi a cascata effetti negativi sull’occupazione complessiva del settore. Che sarebbe un duro colpo per la provincia di Siena dove l’emorragia di posti di lavoro ancora non si arresta.