Nella querelle sugli operai forestali interviene anche Jacopo Marini, presidente Unione. Che bacchetta Riccardo Ciaffarafà, capogruppo opposizione santafiorese, il quale con Giacomo Albertini e Paolo Vichi così aveva commentato: «L’Unione del Comuni è fallita e deve rendere la delega sulla forestazione subito alla Regione. Mettere in mobilità 22 operai forestali e mantenere invece tanti dirigenti a stipendi d’oro al mese indica ancora una volta il totale fallimento delle politiche amiatine del Pd e dei suoi sindaci». Riccardo Ciaffarafà, Giacomo Albertini e Paolo Vichi chiedono all’Unione un passo indietro: «Il presidente Marini e i sindaci farebbero bene a rimettere tutte le proprie deleghe in mano alla Regione e commissariare un ente che hanno reso loro stessi inutile e dispendioso e che, purtroppo, conferma ancora una volta l’approssimazione e l’arroganza politica di questa classe dirigente amiatina che a tutto pensa fuori che agli interessi di questo territorio». Ciaffarafà e i suoi ricordano che si erano già occupati del caso degli operai forestali, per mesi e mesi senza stipendio già nel 2015. Dal presidente dell’Unione dei comuni Jacopo Marini, però, arriva una notizia diversa. Gli operai forestali hanno il lavoro assicurato col relativo stipendio fino a dicembre 2016. Poi non si sa. «La messa in mobilità si è resa necessaria perché non potevamo fare altrimenti senza copertura delle risorse – dice –. Adesso la copertura (160.000 euro) c’è fino alla fine dell’anno. Poi si vedrà. Se la Regione non metterà risorse, ne prenderemo atto. Il fatto grave è che di 16 operai, la metà presentano continuamente certificati medici. Per cui gli altri operai, bravissimi, invero, devono lavorare anche per loro. E questo non è accettabile. Comunque fino a dicembre gli stipendi li abbiamo trovati e pagheremo i mesi arretrati la prossima settimana». Poi l’affondo di Marini: «Ciaffarafà si informi bene prima di aprire bocca e prima di fare demagogia. Sappia che è dalla regione che non arrivano i soldi e sappia anche che c’è da lavorare su progetti. Ma con 16 persone di cui la metà è sempre malata, è davvero difficile ottenere credibilità».