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Fonti rinnovabili, è Padova la seconda città europea più “green”

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PADOVA

Fonte: ilgazzettino.it

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Nel 2050 il Pianeta potrebbe soddisfare interamente il proprio fabbisogno energetico con fonti rinnovabili. Lo sostiene il nuovo rapporto di Greenpeace "Energy Revolution 2015-100% renewable energy" nel quale si dimostra anche come un Pianeta 100% green non sia solo possibile ma anche conveniente.

Secondo lo studio dell’organizzazione ambientalista, infatti, l’investimento necessario per raggiungere questo obiettivo entro il 2050 sarebbe più che ripagato dai futuri risparmi derivanti dall’abbandono dei combustibili fossili. Per un futuro 100% rinnovabile al 2050, l’investimento aggiuntivo medio nelle rinnovabili sarebbe di circa 1000 miliardi di dollari all’anno. Il risparmio medio legato al mancato uso di combustibili fossili rispetto allo stesso periodo sarebbe invece di 1070 miliardi di dollari ogni anno, quindi più degli investimenti necessari per la completa transizione verso le rinnovabili.

PADOVA SUPER VIRTUOSA
Le città europee più virtuose che producono energia da fonti pulite includono Reykjavik, Padova, Zurigo. Seguono Funchal, Oslo, Stoccolma e Parigi. Quest’ultima dimostra inoltre di essere fra le metropoli europee la meno dipendente dai combustibili fossili, seguita da Madrid, che ottiene poco più di metà della sua elettricità da fonti pulite. Nel complesso, le città stanno facendo passi significativi verso l’adozione di energia a basse emissioni. Il 35% delle città che hanno risposto a domande specifiche sul mix energetico dichiarano di ottenere i tre quarti della loro energia elettrica da fonti combustibili non fossili. Inoltre, più di un terzo delle città che hanno compilato il report riportano di aver definito un obiettivo di utilizzo di energia rinnovabile.

Il settore della produzione elettrica è il più grande emettitore di carbonio nel mercato dell’energia e attualmente emette 12,6 gigatonnellate di CO2 – equivalenti alle emissioni prodotte da tutte le auto del mondo in due anni. Le città che scelgono di avvalersi di energia da fonti rinnovabili, si attrezzano meglio nel combattere il cambiamento climatico. Alcune città intraprendenti stanno guidando la transizione verso una crescita a basse emissioni tramite l’adozione di energie rinnovabili. In particolare, Santa Monica, San Francisco e Stoccolma hanno fissato l’obiettivo di produrre energia elettrica da fonti rinnovabili al 100%. «Abbiamo l’ambizioso obiettivo – afferma Karin Wanngård, sindaco di Stoccolma – di diventare indipendenti da fonti combustibili fossili entro il 2040. Stoccolma è da sempre attenta all’importante tema del clima impegnandosi nella riduzione dei consumi energetici e nella produzione di rifiuti, ma sarà necessario fare ancora di più. L’adozione di strumenti di misurazione va in questa direzione e ci permetterà di accreditarci come capofila».

Altre grandi città stanno passando all’elettricità derivata da combustibili non fossili. Canberra si è impegnata a garantire che entro il 2020 il 90% della sua elettricità sarà derivata da fonti rinnovabili di grande scala, offrendo una riduzione del 40% delle emissioni di gas a effetto serra. Allo stesso modo, la città di Austin si è impegnata a ricavare il 55% della sua elettricità da fonti rinnovabili entro il 2025, un obiettivo che la città segnala di poter soddisfare con quattro anni di anticipo attraverso programmi di efficienza energetica e accordi di acquisto di energia rinnovabile. Hong Kong invece ha deciso di utilizzare incentivi finanziari per incoraggiare le società elettriche a investire nelle energie rinnovabili. Sulla base dei dati raccolti si ipotizza che altre 96 amministrazioni seguiranno strategie similari, la possibilità di avere un ritorno economico, giocherà un ruolo chiave, come dichiara l’86% dei rispondenti.

Secondo lo scenario 2015 (le precedenti edizioni del rapporto – sottolinea Greenpeace – hanno descritto scenari molto vicini a quanto si è poi verificato nella realtà) entro quindici anni la quota di rinnovabili elettriche a livello mondiale potrebbe triplicare, passando dall’attuale 21% al 64%. Questo consentirebbe di diminuire le emissioni da 30 giga tonnellate annue a 20 giga tonnellate entro il 2030, anche tenendo conto del rapido sviluppo di nazioni come Brasile, Cina e India. «I settori del solare e dell’eolico sono ormai sufficientemente maturi per poter competere a livello di costi con l’industria del carbone. Ed è molto probabile che entro il prossimo decennio supereranno quest’ultima anche in termini di occupazione e di energia fornita», spiega Sven Teske di Greenpeace, primo autore del rapporto. «È responsabilità del settore dei combustibili fossili prepararsi ad affrontare questi cambiamenti. I governi, d’altra parte – sottolinea Teske – devono gestire la dismissione del comparto dei combustibili fossili, già in atto e destinata a diventare sempre più rapida. Ogni ulteriore euro investito da governi e aziende in nuovi progetti legati alle fonti fossili è un investimento ad alto rischio, che potrebbe comportare perdite economiche».

Lo scenario Energy Revolution 2015 spiega inoltre che le rinnovabili creerebbero più posti di lavoro rispetto agli occupati nel settore dei combustibili fossili. La sola industria del solare produrrebbe più occupazione di quanto fa oggi quella del carbone, occupando 9,7 milioni di persone al 2030, più di dieci volte rispetto a quanto accade oggi. Nello stesso periodo i posti di lavoro nell’eolico potrebbero crescere fino 7,8 milioni. «Non possiamo permettere che le lobby dei combustibili fossili ostacolino il passaggio verso le energie rinnovabili, ovvero la soluzione più efficace ed etica per un futuro energetico pulito e sicuro», afferma Kumi Naidoo, direttore esecutivo di Greenpeace International. «Vorrei invitare tutti quelli che dicono »non si può fare" a leggere questo rapporto, e riconoscere che una rivoluzione energetica per un futuro 100% rinnovabile si può fare, si deve fare, e sarà un bene per tutti". In vista del vertice sul clima che si terrà tra meno di tre mesi a Parigi Greenpeace chiede che l’accordo della Cop21 consegni una visione a lungo termine che contempli la totale eliminazione di carbone, petrolio, gas e nucleare entro il 2050, assicurando così un futuro 100% rinnovabile per tutti.