Sono stanziati 200 milioni di euro
annuali per un triennio (600 in tutto, quindi), incrementabili con
altre dotazioni, per finanziamenti agevolati, il cui tasso è
ancora da stabilire con decreto del ministero delle Finanze.
Il 90% dei fondi è dedicato a quattro
diverse misure aperte anche ai privati, condomini compresi.
La fetta più grossa della torta è la «Misura usi filiali»,
che vede come possibili beneficiarie quattro tipi di opere.
Quelle di coibentazione degli edifici e di cogenerazione alimenta a
gas naturale, biomasse e biogas sono rivolte solo agli enti pubblici.
Viceversa, privati e imprese sono tra i
beneficiari per la realizzazione di reti di teleriscaldamento e
l’allacciamento a impianti di cogenerazione fino a 500 kW. Altra
misura è quella delle «rinnovabili», che coinvolge tutte le fonti
più diffuse (eolico, solare termico e fotovoltaico, caldaie a pelets
e cippato, mini-idroelettrico), privilegiando le opere di piccola
taglia. Gas naturali e biomasse sono oggetto della «microgenerazione
diffusa». Di interesse è poi la «Misura motori elettrici»,
dedicata alle imprese che sostituiscono motori industriali di
potenza superiore a 90 kw con apparecchi ad alta efficienza (15
milioni i fondi per il primo anno).
Il decreto fissa per le fonti
rinnovabili e la microgenerazione diffusa costi massimi
ammissibili a kW, secondo fasce progressive. E finanziabile
è il 70% dei costi (90% per gli enti pubblici). I mutui a tasso
ridotto sono compatibili con le agevolazioni comunitarie,
nazionali e regionali, comprese le detrazioni fiscali del 55% e
del 36%, fatta però eccezione per i certificati verdi e le tariffe
omnicomprensive e con impatto massimo del 40% della spesa per il
fotovoltaico con conto energia.
Gli allegati al decreto comprendono
i requisiti tecnici delle opere, i costi permessi e i moduli
di domanda, ma mancano ancora due importanti tasselli. Il primo è
una circolare del ministero dell’ Ambiente – da emanarsi entro due
mesi – che ripartirà i fondi tra le Regioni e darà istruzioni
operative. Il secondo è un decreto del ministero dell’Economia
(già in bozza) che parametrerà i tassi agevolati all’Euribor o
al tasso Bce. Nel frattempo le Regioni hanno un mese di tempo per
avocare le valutazioni tecniche delle domande, eventualmente
dettando criteri aggiuntivi di valutazione delle opere.