E i vantaggi che l’utilizzo di questa energia pulita apporterebbe nella zona, sarebbero da prendere in seria considerazione.
«Dall’archivio geominerario dell’Università di Siena -riferisce Giusti- ho estratto alcune carte storiche molto interessanti che riguardano la galleria sia in pianta che in sezione della vecchia miniera di Montebuono; il materiale da esaminare è ancora molto, in quanto esistono anche mappe con sondaggi, stratigrafie e analisi dei campioni di roccia prelevati. Esistono poi anche dei rendiconti che partono dal 1893 fino alla metà del 1900, con tutti i dati relativi alla ricerca e alle produzioni minerarie del luogo».
Poi la scoperta che porterebbe all’utilizzo di questa energia pulita, il cui sfruttamento è ampiamente diffuso ed affiancato alle energie tradizionali, in vari Stati, come ad esempio quello della Svizzera. «Tutti i dati da me esaminati -conclude il geologo- confermano che l’area di Montebuono presenta un’anomalia geotermica moderata, pari a circa 5, 6 gradi di incremento per ogni cento metri di profondità; e qui, come al Morone di Selvena, furono rinvenuti durante i sondaggi minerari del secolo scorso che si spinsero fino a 300 m di profondità, fluidi geotermici a bassa entalpia, con temperature superiori a 20º. Oggi questi fluidi potrebbero essere utilizzati convenientemente come fonte per il riscaldamento domestico, di serre, piscine, mediante l’utilizzo di sonde geotermiche e pompe di calore».
