Home Cosvig Firmata l’intesa tra Regione Toscana e Rete geotermica

Firmata l’intesa tra Regione Toscana e Rete geotermica

295
0
CONDIVIDI
La Regione Toscana e il network Rete Geotermica hanno siglato un’intesa per promuovere la geotermia a bassa e media entalpia e creare una filiera toscana legata all’uso della risorsa

Fonte: GeotermiaNews

Autore: Redazione

"Movimentare il mercato e chiudere la filiera toscana" con questo obiettivo il Governatore della Toscana, Enrico Rossi, ha firmato martedì 28 gennaio un Protocollo d’intesa con la Rete Geotermica, il network di imprese che si è costituito nell’ottobre scorso e di cui fa parte la grande maggioranza degli operatori attualmente titolari di permessi di ricerca in Toscana e soggetti industriali della filiera della geotermia.
L’accordo vuole, infatti, promuovere un nuovo modo di produrre energia geotermica, mettendo in campo tecnologie a ridotto impatto ambientale, quali il ciclo binario, per utilizzare campi geotermici a media e bassa entalpia e cogliere l’opportunità di creare una filiera toscana capace di sviluppare innovazione tecnologica e occupazione.
«E’ la prima volta che firmiamo un’intesa sulla geotermia –spiega Rossi– in un tavolo dove Enel non è presente. Ovviamente non abbiamo nulla contro Enel, con cui abbiamo lavorato e siglato numerose intese ma credo sia un fatto positivo, che ha fra l’altro effetti regolatori del mercato, che oggi siamo in grado di dimostrare che, in Toscana, la geotermia è anche altro».
La geotermia  -che è nata in Toscana ormai cento anni fa-  è stata sino ad oggi intesa come utilizzo delle sorgenti ad alta e media entalpia idonee per la produzione di energia elettrica con tecnologie tradizionali. Per questo motivo l’area di maggiore sviluppo è stata quella più ricca di sorgenti di questo tipo e l’unica azienda ad utilizzarla è stata Enel, dato che prima della liberalizzazione del settore introdotta dalla legge 22/2010, era nei fatti l’unico soggetto ad avere le concessioni.
La risorsa geotermica -come sottolinea il Governatore Rossi- è però anche altro e l’utilizzo delle medie e basse entalpie, oltre che per la produzione di energia elettrica, si presta con le adeguate tecnologie, anche agli usi diretti come fonte di calore.
In questo orizzonte si colloca dunque il Protocollo d’Intesa siglato con la Rete Geotermica, che ha espresso «la volontà –come spiega Rossi- di contestualizzare l’intervento, di dialogare a livello locale con istituzioni e cittadini, in modo da non rispondere solo a logiche di profitto, ma assecondando potenzialità, cultura, vocazione, esigenze economiche dei diversi territori».
Quindi «i cittadini devono sapere –prosegue Rossi- che si apre un capitolo nuovo che, oltre a dare risposte a una buona parte delle perplessità sollevate, negli anni, nei territori interessati dagli impianti geotermici, avrà ricadute positive anche sul fronte della produzione di tutto il know how che serve per il nuovo modo di produrre energia, con conseguenze positive anche sull’occupazione».
«Con i Comuni interessati –conferma Stefano Boco, amministratore delegato di una delle società partecipanti a Rete Geotermica- ci poniamo come obbligo una contrattazione per mettere a disposizione il calore eccedente proveniente dagli impianti, sia per il teleriscaldamento di abitazioni private, scuole o edifici pubblici, sia per attività di serra nell’agricoltura».
Il protocollo in cui le parti convengono  “sulla centralità e importanza della risorsa geotermica, nel quadro della strategia energetica nazionale ed europea, per la produzione di energia elettrica e termica da fonti rinnovabili”, è dunque volto a “favorire l’impiego di tecnologie innovative in grado di ridurre al massimo l’impatto ambientale sia delle attività di ricerca, sia delle eventuali e successive attività geotermoelettriche” e a “favorire un coordinamento delle attività di ricerca sia a tutela dell’ambiente, sia per un accrescimento delle conoscenze in materia”.
Per perseguire questi obiettivi, la Regione Toscana e la Rete Geotermica concordano nell’ampliare l’adesione al protocollo ai titolari di permessi di ricerca in Toscana, che attualmente sono circa cinquanta, e che riguardano alcuni territori del Monte Amiata, Roccastrada, Volterra, Castelnuovo Val di Cecina e Pomarance.
La Rete, attraverso le società che la compongono, si impegna, una volta in possesso delle autorizzazioni richieste, a individuare le soluzioni tecnologiche che permettano di svolgere  le attività di perforazione    dei pozzi minimizzando l’impatto ambientale; ad operare la reiniezione  totale dei fluidi geotermici, inclusi i gas non condensabili, nelle formazioni geologiche di provenienza e lo sviluppo di processi innovativi per la conversione e l’utilizzo dell’energia geotermica, senza emissioni in atmosfera e a basso impatto visivo ed acustico.
L’impegno richiesto è inoltre quello di garantire la messa a disposizione dell’energia termica derivata dai processi di produzione di energia elettrica, quando non funzionale al processo industriale della centrale, in processi industriali, agricoli, commerciali e civili.
L’impegno della Regione sarà quello di favorire il coordinamento degli enti pubblici i cui territori sono interessati dai permessi di ricerca rilasciati e di assicurare il coordinamento dei titolari di permessi di ricerca geotermica, con la finalità di ridurre al massimo gli effetti cumulativi degli impatti ambientali e di favorire uno sviluppo sostenibile dei territori; oltre a garantire adeguata e preventiva informazione ai cittadini e agli Enti Locali territorialmente interessati, in relazione alla presentazione delle istanze finalizzate all’ottenimento dei permessi.