Sono passati 50 anni, e certamente molto è stato fatto, ma molto resta da fare. Di certo, a restare è la paura. A mezzo secolo di distanza dalla tragica alluvione dell’Arno che deturpò Firenze, la minaccia di una tragedia non è poi tanto lontana, come dimostrano gli effetti del meteo di questi giorni. Proprio per ricordare l’alluvione di Firenze, e di mezza Toscana, del 1966, l’Ordine dei Geologi della Toscana e il Consiglio Nazionale dei Geologi hanno organizzato il convegno “Città storiche ed alluvioni. La Geologia e la Gestione del rischio”. Il convegno si svolgerà a partire dalle 9,30 di venerdì 11 novembre all’auditorium Cosimo Ridolfi della Banca Cassa di Risparmio in via Carlo Magno 7 a Firenze.
Come sottolinea la presidente dei Geologi della Toscana, Maria Teresa Fagioli «il convegno vuole ricordare l’evento disastroso del 1966 in modo costruttivo con una giornata che con un’analisi tecnico-politica, sottolinei in una "visione geologica" i differenti risultati che si potrebbero conseguire nella gestione del rischio applicando la pianificazione e la progettazione multidisciplinare/geologica, dinamica ed ad ampio spettro, rispetto a quella invece prevalentemente puntuale, statica e riferita solo alle opere». Il presidente del Consiglio Nazionale dei Geologi Francesco Peduto. «Se vogliamo finalmente mettere in atto delle azioni serie di contrasto dei georischi, un ruolo centrale, sia dal punto di vista scientifico che da quello professionale, lo gioca il geologo, ma il punto è che siamo ancora lontani da politiche efficaci di salvaguardia del territorio e delle vite umane. Queste sono prevalentemente ancora incentrate sulla riparazione dei danni e sull’erogazione di provvidenze ad evento accaduto, dimostrando la lontananza da una cultura di previsione e prevenzione, basata sull’individuazione delle condizioni di rischio e volta all’adozione di interventi finalizzati alla minimizzazione dell’impatto degli eventi, per le quali sarebbe necessaria anche una nuova cornice legislativa: una moderna legge quadro sulla difesa del suolo attraverso il riordino e il rafforzamento della filiera istituzionale e normativa, che dovrebbe puntare a dare concreta effettività agli obblighi di legge vigenti, sostenendo, anche finanziariamente, gli enti territoriali a questo titolo coinvolti ed a mettere a sistema gli interventi di risanamento con le azioni non strutturali».
La giornata sarà anche un modo per confrontarsi anche con altre «realtà europee dove sono presenti città che sono o sono state afflitte da problematiche di rischio alluvionale simili. Un confronto fra differenti approcci e tecniche di intervento e diverse politiche di gestione del rischio». Il convegno vedrà la presenza del dipartimento nazionale della protezione civile, Mauro Grassi responsabile della struttura missione contro il dissesto idrogeologico, Gaia Checcucci Direttore Generale della Direzione “Salvaguardia del Territorio e delle Acque” del Ministero Ambiente e Riccardo Nencini, vice ministro alle Infrastrutture e Trasporti. Sono invitati i rappresenti istituzionali della Regione e del Comune, A rappresentare i professionisti e l’Università ci saranno fra gli altri, Vitor Correia, presidente della federazione europea Geologi, Armando Zambrano presidente del Consiglio Nazionale Ingegneri, Elisabetta Erba presidente della Società Geologica Italiana, Paolo Canuti (Unesco), Nicola Casagli (Università di Firenze) oltre ovviamente alla padrona di casa, Maria Teresa Fagioli presidente dell’Ordine dei Geologi Toscana ed a Francesco Peduto, presidente del Consiglio Nazionale dei Geologi.
Una grande convention nazionale organizzata con il patrocinio Unesco, ministero dell’Ambiente, federazione Europea dei Geologi, Comune di Firenze, Regione Toscana, Città Metropolitana di Firenze e le Università di Pisa, Siena e Firenze.