"Manca in Italia una legge quadro che regoli e implementi l’utilizzo della biomassa per il teleriscaldamento: il quadro è molto confuso e il teleriscaldamento sia in biomassa che non copre solo il 4% del calore prodotto, mentre potremmo arrivare benissimo al 16%, come, del resto, sul piano delle altre forme di produzione di energia elettrica siamo intorno al 17%, a fronte anche di un grosso sviluppo del fotovoltaico con i pro e i contro che ci sono stati". Lo ha detto il presidente della Federazione italiana dei produttori di energia da fonti rinnovabili (Fiper), Walter Righini, introducendo a Trento i lavori del convegno "Spazio alpino e bio-economia".
"Il calore prodotto con il teleriscaldamento a biomassa – – ha aggiunto Righini – potrebbe essere tranquillamente una delle fonti alternative che potrebbe superare le potenzialità dell’elettrico. Abbiamo stimato che in Italia ci sono 800 piccoli comuni non ancora metanizzati che potrebbero rivolgersi alla biomassa anche per fare manutenzione del territorio.
Beneficio fondamentale per evitare, come è successo di recente in Toscana, che un nubifragio spazzi via ettari di bosco".
