E proprio al Direttore Generale del Consorzio per lo Sviluppo delle Aree Geotermiche, Sergio Chiacchella, è spettato il compito di coordinare ed introdurre uno degli eventi più attesi dell’intera settimana, ovvero l’incontro dibattito di venerdì 19 giugno, sul tema “I protagonisti della geotermia in Toscana: le eccellenze tecnologiche e le nuove frontiere industriali”, al quale hanno partecipato:
– Enel Green Power: la frontiera tecnologica del leader industriale della geotermia moderna
– Graziella Green: le nuove frontiere dal punto di vista dei nuovi operatori industriali per la produzione elettrica
– GES Pomarance: l’uso del calore per il condizionamento degli edifici e le nuove sfide in termini di innovazione tecnologica per l’efficienza energetica delle reti
– EnerGea: le infrastrutture tecnologiche per i servizi agli operatori a supporto della ricerca, caratterizzazione e uso avanzato della risorsa geotermica
“Dobbiamo partire da alcuni numeri” ha detto Chiacchella introducendo i relatori “Ogni anno, grazie alla geotermia presente in Toscana, vengono risparmiate oltre 1.200.000 tonnellate di petrolio equivalente, 4.000.000 di tonnellate di CO2, circa 1.700 persone -direttamente o indirettamente- lavorano grazie alla geotermia, e oltre 6.000 famiglie godono dei benefici del Teleriscaldamento”.
Numeri confermati anche da Enel con Giampaolo Vecchieschi, ingegnere di Enel Green Power, che ha confermato l’importanza sempre crescente del rapporto storico, sociale e economico tra Enel e il territorio. “Enel Green Power è pioniere nella sostenibilità (attraverso la re-iniezione dei fluidi per esempio, adesso utilizzata in tutto il mondo). Gli impianti geotermoelettrici sono dotati di AMIS (Abbattitori Mercurio e Idrogeno Solforato, ndr) e lo stesso design delle centrali -ed in particolare delle torri di raffreddamento- è stato completamente ripensato per diminuirne l’impatto visivo e paesaggistico”. Centrali che, con una potenza complessiva netta installata pari a circa 760 MW, producono oltre 5,5 Twh/anno, ovvero circa il 29% del fabbisogno elettrico toscano.
“Il ripensamento architettonico ed impiantistico delle centrali ha portato contestualmente” ha aggiunto Vecchieschi “anche ad una riduzione del cosiddetto Drift, ovvero la ricaduta sul terreno circostante di goccioline dovute all’evaporazione”.
Il microfono è poi passato a Jacopo Magrini, amministratore delegato di Graziella Green, che ha portato l’esperienza dei nuovi operatori del settore.
“La nostra azienda è una holding. Inizialmente realizzavamo gioielli, poi abbiamo reinvestito in energia verde, prima fotovoltaico, poi eolico, biomasse e dal 2010, a seguito delle possibilità offerte dal D.Lgsl.22, stiamo operando anche nel settore geotermico”.
Un approccio tuttavia di tipo “diffuso” più che ‘concentrato”. “Piccole centrali, sparse e maggiormente integrate nel territorio: dei veri e propri distretti industriali che possano da questi impianti trarre l’energia necessaria per crescere e svilupparsi” ha detto Magrini “Perchè crediamo che in questo tipo di concezione ci possa essere spazio per altri competitors oltre che le grandi multinazionali dell’energia”. “Ma” ha aggiunto “se veramente vogliamo investire in questa energia rinnovabile, occorre ripensare alle forme di incentivazione, indirizzandole anche e sopratutto alle fasi di indagini preliminari e di ricerca, riducendo il rischio minerario che gli operatori sono costretti ad assumersi”
Dalla produzione alla distribuzione del calore, il passo è obbligato e quindi la parola è stata affidata a Roberto Amidei, responsabile di GES Pomarance (associata AIRU-Associazione Italiana Riscaldamenti Urbani), società che gestisce il teleriscaldamento di varie zone di questa parte della provincia pisana. “Il teleriscaldamento di Larderello è il primo in Italia ad essere stato realizzato, non Brescia” chiosa Amidei, intervenendo su una piccola polemica circa il ‘primato’ del teleriscaldamento italiano, e spiegando poi come, complessivamente, GES sia responsabile della gestione di 150 km di rete di teleriscaldamento (di cui 60 km solo per quanto riguarda solo Pomarance). Un sistema estremamente all’avanguardia, tanto da poter essere controllato in remoto attraverso l’utilizzo di smartphone che consentono di variare -al fine di ottimizzare l’efficienza dell’intero sistema- i movimenti del fluido e la portata delle pompe.
A Loredana Torsello, direttrice di Energea e dirigente di CoSviG, il compito di presentare il CEGLab.
“Si tratta” ha detto “di un laboratorio che, pur non essendo stato ancora inaugurato, è già funzionante”.
Un laboratorio, realizzato anche grazie ai fondi regionali, che ha il compito di contribuire alla diffusione dell’innovazione e al trasferimento delle tecnologie per la valorizzazione del calore del sottosuolo, con particolare attenzione ai suoi usi diretti. “I servizi del Laboratorio sono molteplici”, ha spiegato Torsello, “e coprono l’intero spettro delle analisi fisiche e chimiche volte alla ricerca di soluzioni ottimali nelle pratiche di coltivazione e trattamento dei fluidi geotermici: analisi degli isotopi stabili dei fluidi; analisi chimico-fisiche di fluidi in laboratorio e in campagna; studio di processi di scaling e corrosione che i fluidi geotermici inducono nelle differenti tipologie di impianti per generazione elettrica e termici; studio dei materiali e delle soluzioni impiantistiche innovative nell’ottica di un’ottimizzazione dell’uso della risorsa ed una valorizzazione globale degli usi diretti del calore; controllo in remoto delle reti di monitoraggio di sensori e strumenti utilizzati sul campo”. Il laboratorio con i propri servizi si rivolge quindi a enti pubblici, imprese del settore geotermico, imprese del settore TLR, enti di ricerca in ambito geologico e ingegneristico, studi di progettazione.