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ETS europeo, approvata la riforma post 2020

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Ok finale dal Parlamento europeo, per l’entrata in vigore ora manca solo l’adozione formale del Consiglio. Si aumenta il fattore di riduzione lineare e si raddoppia la capacità della riserva di stabilità, ma restano esenzioni importanti contro il carbon leakage. Il testo, votato a larga maggioranza

Fonte: QualEnergia.it

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La riforma dell’ETS europeo che entrerà in vigore dal 2020 è stata votata oggi dal Parlamento europeo.
 
Il testo, approvato con 535 voti favorevoli, 104 voti contrari e 39 astensioni, ritornerà ora al Consiglio, che lo ha già concordato con l’Europarlamento, per l’adozione formale prima di entrare in vigore.
 
Come noto, la revisione nasce per accelerare il ritiro delle quote di emissione disponibili sul mercato del carbonio dell’Emission Trading System europeo (ETS), che copre circa il 40% delle emissioni di gas a effetto serra dell’Unione.
 
Obiettivo: ridare efficacia a un meccanismo palesemente inadeguato a spingere la decarbonizzazione, per i bassi prezzi che la CO2 ha raggiunto su questo mercato.
 
Chiave della riforma approvata (link in basso) è la riduzione annua dei permessi messi all’asta, il cosiddetto “fattore di riduzione lineare”. Sarà del 2,2% dal 2021, ossia in aumento rispetto al 1,74% previsto attualmente e verrà riesaminato, per aumentarlo ulteriormente, dal 2024.
 

Altro pilastro, il raddoppio della capacità della riserva di stabilità del mercato ETS, che serve a eliminare le quote di emissioni in eccesso sul mercato: una volta attivata, la riserva assorbirebbe fino al 24% delle quote in eccesso in ogni asta annuale, per i primi quattro anni, aumentandone il prezzo e incentivando di conseguenza la riduzione delle emissioni. (continua)