«Le perforazioni in aree vulcaniche sono estremamente complesse, ma possono essere di grande aiuto da un punto di vista sia scientifico che tecnologico per sfruttare, ad esempio, l´energia geotermica di cui è ricca gran parte dell´Italia centro-meridionale», spiega Enzo Boschi, presidente dell´Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia.
Ma quanto è complesso estrarre acqua calda per il riscaldamento o per produrre elettricità in un´area vulcanica?
«In realtà non è semplice. Per avere acqua in continuità e per lungo tempo è necessario conoscere l´andamento degli acquiferi che nelle aree vulcaniche è alquanto complesso. Nell´area dei Campi Flegrei l´acqua potrebbe essere causa del bradisismo e dunque si deve conoscere molto bene il suo comportamento prima di intercettarla».
Le perforazioni in aree vulcaniche hanno anche altri scopi?
«Finché non conosciamo la situazione geologica è difficile rispondere. Tuttavia la somma di tutte le informazioni potrebbe dirci che, ad esempio, là sotto è possibile iniettare l´anidride carbonica prodotta dagli impianti a combustibile fossile. Ma prima di tutto è necessario essere in grado di realizzare perforazioni di questo tipo».
Perché si è scelto l´area dei Campi Flegrei e non il Vesuvio?
«Dei Campi Flegrei conosciamo davvero poco. E in passato vi sono state eruzioni catastrofiche. È necessario decifrare molto bene la loro storia passata per prevedere quella futura».