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Energie rinnovabili, eccellenza in filiera

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Parla Gianfranco Tosini, responsabile dell’ufficio studi di Siderweb.com

Fonte: Il Sole24ore

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La filiera dell’acciaio punta sul settore dell’energia rinnovabile e della generazione di potenza con l’obiettivo di diversificare le produzioni e conquistare nuove fette di un mercato in forte svIluppo. Eolico, fotovoltaico, idroelettrico e nucleare. Se la costruzione e l’ampliamento delle infrastrutture energetiche di nuova concezione coinvolgerà a livello globale anche l’indotto delle attività siderurgiche associate alla fornitura di materiali strutturali, per le acciaierie italiane la sfida rischia però di assumere i connotati di un vero e proprio inseguimento. Davanti, a fare l’andatura, i giganti asiatici e le grandi multinazionali statunitensi, forti di vantaggi commerciali e geopolitici che rischiano di mettere all’angolo la qualità delle produzioni "made in Italy".
«Tutto dipende da dove questi nuovi impianti verranno installati – spiega Gianfranco Tosini, responsabile dell’ufficio studi di Siderweb.com -. Lo sviluppo delle energie rinnovabili e la costruzione di nuove centrali nucleari interesserà nei prossimi anni soprattutto l’Asia, dove verrà installato il 60% della capacità produttiva. All’Europa dovrebbe rimanere un 20% ed è su questa esigua percentuale che si dovrà concentrare la siderurgia europea. Arduo, infatti, pensare di conquistare mercati lontani come quello cinese e indiano, dove, fra l’altro, committenza statale e subfornitori locali stanno dando vita a sinergie difficilmente aggirabili. La partita, se le nostre aziende sapranno far valere la loro storica affidabilità, si concentrerà sugli acciai speciali, mentre le produzioni siderurgiche a basso valore aggiunto solo lontanamente potranno giocare un ruolo rilevante».
Gli impianti fotovoltaici richiederanno impiego di acciaio sia per le strutture di sostegno dei pannelli, sia come sostrato per la stesura di silicio in forma amorfa. Per lo sfruttamento dell’energia eolica, l’attenzione si concentrerà invece sulla produzione di alberi affidabili, caratterizzati da una pulizia interna che limiti le avarie innalzando l’affidabilità generale.
Per la generazione di potenza in centrali nucleari o termo-elettriche, infine, si confermerà indispensabile l’utilizzo di acciai speciali a basso contenuto inclusionale (i cosiddetti clean steels)a cui sempre più spesso andranno a sommarsi materiali con concentrazioni estremamente basse di manganese e zolfo (super-clean steels).
«In un quadro del genere – prosegue Tosini – difficile la nostra industria siderurgica possa ritagliarsi un posto di rilievo. La scelta dei subfornitori è legata ai grandi committenti statali, ma anche alle aziende produttrici degli impianti e ai fornitori di componentistica. Tutte realtà estere, principalmente asiatiche, statunitensi e nordeuropee. Perché dovrebbero rivolgersi alle acciaierie italiane? Si tratta, questo è vero, di una grossa occasione, ma in prospettiva il grosso del business è, e rimarrà, proprietà esclusiva dei grandi gruppi siderurgici asiatici».