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Energie rinnovabili avanti tutta!

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Il Parlamento europeo si è schierato in seduta plenaria a favore dell’inserimento di target obbligatori per le rinnovabili al 2030, sino a coprire il 45% nel mix energetico europeo.

Fonte: Rinnovabili & Territorio

Autore: Redazione

Lo scorso  23 maggio il Parlamento europeo ha votato un documento che invita la Commissione a proporre per le energie rinnovabili un obiettivo obbligatorio per il 2030, affermando che soltanto un obiettivo ambizioso e vincolante potrà contribuire allo sviluppo di un’economia verde e al raggiungimento di una maggiore sicurezza energetica.
«Un obiettivo obbligatorio a livello europeo per il 2030 -ha spiegato l’eurodeputato Francesco De Angelis a margine della votazione sul rapporto d’iniziativa europarlamentare- garantirà agli investitori la stabilità necessaria e le fonti energetiche rinnovabili continueranno a essere considerate come una priorità strategica favorendo la creazione di nuovi posti di lavoro verdi e il ritorno degli investitori, anche in Italia».
Una sfida che pare sia stata raccolta dall’attuale Governo: il ministro dell’Ambiente, Andrea Orlando, in audizione alla Commissione Ambiente della Camera, ha infatti ribadito quanto dichiarato dal presidente del Consiglio, Enrico Letta, al Senato alla vigilia del vertice Ue, ovvero che «la priorità assoluta in campo energetico per noi resta lo sviluppo delle fonti rinnovabili».
Il ministro ha poi aggiunto come «sia cruciale ridurre il costo dell’energia, anche come fattore di competitività per le imprese. Un paese molto pragmatico come la Germania lo sta già facendo. Il più grande paese industriale d’Europa si è dato l’obiettivo di produrre il 100% dell’energia da fonti rinnovabili al 2050. Si è data regole certe a partire dalla legge sulle rinnovabili e ha creato in questo settore oltre 360 mila posti di lavoro».
«Con la prospettiva non più rinviabile dell’efficientamento energetico -ha continuato Orlando- può ripartire un settore tradizionale come è quello dell’edilizia, adesso sostanzialmente fermo, al quale affidare il compito straordinario di trasformare quanto già costruito».
«Agli edifici -ha evidenziato poi il ministro- si deve il 40% dei consumi di energia nell’Unione Europea e i nostri brillano per inefficienza. Ci vuole però anche qui una politica certa. Lo strumento semplice ed efficace dello sgravio del 55% (che scade il 30 giugno 2013) per ristrutturazioni a finalità ambientali non può essere messo in discussione ogni anno, ma deve essere reso permanente ed esteso all’adeguamento alle norme antisismiche, come chiesto in molte occasioni anche dal Parlamento».
Il ricorso alle fonti energetiche rinnovabili e all’efficienza energetica degli edifici –se ben ottimizzato- può rappresentare anche un notevole risparmio, come evidenzia uno studio della Siemens che ha preso in analisi l’alimentazione elettrica dei sistemi produttivi di tutta Europa.
La scelta della localizzazione degli impianti riveste –secondo lo studio- una grande importanza: se molti degli impianti europei fossero costruiti presso i siti che offrono i più alti rendimenti di energia elettrica, il risparmio ottenuto entro il 2030 ammonterebbe a 45 miliardi di euro in investimenti in energie rinnovabili.
Lo studio Siemens, realizzato in collaborazione con l’Università di Monaco, ha esaminato i sistemi energetici a livello globale con l’obiettivo di verificare il loro tasso di utilizzo delle risorse, l’affidabilità dell’approvvigionamento, la sostenibilità e l’efficienza economica.
L’analisi svolta evidenzia che, in termini monetari e su scala planetaria, sono sprecati ogni anno diversi miliardi di Euro a causa di inefficienze nei sistemi energetici. Tra gli obiettivi dello studio c’è proprio quello di identificare con precisione e quantificare queste perdite per poi arrivare a proporre delle soluzioni, che saranno presentate al World Energy Congress (WEC), che si terrà a Daegu, nella Corea del Sud ad ottobre 2013.
Tra le leve principali per l’ottimizzazione dei sistemi energetici individuate dallo studio è indicato il ricorso ad uno sfruttamento complessivo delle potenzialità regionali di generazione di energia e la ricerca dei migliori siti per gli impianti solari, gli impianti di stoccaggio per l’energia prodotta da fonte idrica ed eolice , così come l’ampliamento delle reti.