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Energia, Rinnovabili, Italia: Come l’Italia potrebbe diventare un Paese alimentato al 100% dalle rinnovabili entro il 2050

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Lo studio condotto dalle Università di Stanford, Berkeley, Berlino e Aarhus spiegato da Elettricità Futura e ANEV

Fonte: Rinnovabili&Territorio

Autore: Redazione

Secondo lo studio Clean and Renewable Wind, Water, and Sunlight (WWS) All-Sector Energy Roadmaps for 139 Countries of the World, realizzato da ricercatori delle Università di Stanford, Berkeley, Berlino e Aarhus, 139 Paesi responsabili del 99% delle emissioni di gas serra potrebbero soddisfare il 100% della propria domanda di energia (che nel mentre sarebbe ridotta del 42,5-44% tramite interventi di efficientamento energetico ed elettrificazione) grazie alle rinnovabili, entro il 2050.

Uno scenario possibile anche per l’Italia in quanto ricca di irraggiamento solare, risorse idriche, eoliche e geotermiche, come spiegano da Elettricità Futura, associazione nata dall’integrazione tra Assoelettrica e Asso Rinnovabili.

Con quali risultati? Come dettaglia l’ANEV – Associazione Nazionale Energia del Vento, a livello globale lo scenario 100% rinnovabili permetterebbe di «creare 24,3 milioni di posti di lavoro permanenti aggiuntivi e di evitare la morte prematura di 3,5 milioni di persone all’anno al 2050. In termini economici si avrebbe un risparmio sui costi dell’inquinamento di 22.800 miliardi $/anno e climatici di 28.500 mld $/anno».

Per quanto riguarda in particolare il contesto nazionale, lo studio calcola che tramite questo percorso l’Italia «potrebbe evitare al 2050 fino a 46.543 morti premature all’anno per inquinamento (scenario medio 20.577 decessi evitati) e creare 485.857 nuovi posti di lavoro (al netto dei 164.419 persi nel settore dei fossili)». Lo studio rileva però che a livello mondiale era in funzione a fine 2015 il 4,26% della capacità da FER necessaria per centrare lo scenario 100% rinnovabili.

«Per il nostro Paese – concludono dall’ANEV – i ricercatori stimano un carico di domanda complessivo al 2050 di 240,5 GW nello scenario BAU (Business-As-Usual, ndr), derivante per il 33,3% dal settore trasporti, 25,8% dal residenziale, 25,7% dall’industria, 13,5% dal terziario e 1,7% da agricoltura e pesca. Se fosse invece raggiunto il WWS (World Wide Stationery, ndr), il carico non supererebbe i 134,9 GW (-43,9% rispetto al BAU), con residenziale al 32,3%, industria (25,5%), trasporti (20,4%), terziario (19,2%) e agricoltura e pesca (2,5%). Il costo dell’energia (LCOE) in Italia scenderebbe. Tale costo pari a 9,68 cent $/kWh nel 2013, si attesterebbe nel 2050 a 10,80 cent $/kWh nel BAU e a 7,66 cent $/kWh nel WWS. Quest’ultimo scenario permetterebbe un risparmio procapite di 382 $ l’anno, che sale a 7.733 $ l’anno considerando anche i minori costi climatici (-3.870 $/anno) e sanitari legati all’inquinamento (-3.481 $/anno)».