Home Cosvig Energia, quanto mi costi?

Energia, quanto mi costi?

403
0
CONDIVIDI
Il 2012 è iniziato con brutte sorprese per i costi dell’energia e con una polemica tra l’Autorità per l’Energia Elettrica e il Gas (AEEG) e il Gruppo Imprese Fotovoltaiche Italiane di Confindustria, (ANIE/GIFI) sulle responsabilità dei rincari.

Fonte: Rinnovabili & Territorio

Autore: Redazione

Dal primo gennaio sono arrivati nuovi ritocchi per le bollette energetiche che, in base all’aggiornamento trimestrale dell’AEEG saranno pari a un aumento del 4,9% per l’energia elettrica e del 2,7% per il gas. Con un rincaro complessivo della bolletta degli italiani pari a circa 54 euro l’anno.

Un aumento che sostiene l’AEEG sarebbe dovuto alla crescita degli incentivi per le energie rinnovabili per quanto riguarda l’energia elettrica e al rialzo delle quotazioni petrolifere che avrebbero influito sui costi del gas; mentre è da imputarsi all’aumento del costo dei combustibili fossili per l’associazione dei produttori di rinnovabili.

"L’aumento del 4,9% dei prezzi dell’energia elettrica –si legge in una nota dell’AEEG- è determinato da un insieme di elementi fra i quali: i rialzi del prezzo alla produzione influenzati anche dal cambiamento della curva di domanda e offerta nel nuovo scenario dominato dallo sviluppo delle rinnovabili; l’aumento delle tariffe per il trasporto e la distribuzione dell’energia sulle reti; l’incentivazione a sostegno delle stesse rinnovabili".

Scrive l’Authority, infatti, che "nel 2011, secondo i dati di preconsuntivo, gli incentivi alla produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili e assimilate finanziati attraverso le bollette sono stati circa 7,9 miliardi di euro. Di questi, 1,3 sono riferiti alle ‘assimilate Cip6’, 1,3 ai certificati verdi, 4 miliardi al fotovoltaico -che ha visto aumentare del 440% la potenza installata, cresciuta da 2.800 a 12.400 MW nell’anno- e il restante 1,3 agli altri strumenti incentivanti (tariffa fissa onnicomprensiva, Cip6 per le fonti rinnovabili, scambio sul posto).

Secondo i calcoli dell’AEEG, gli aumenti potrebbero diventare ancora più consistenti nei prossimi mesi; si dice infatti nella nota che "la rapida e intensa realizzazione di impianti di produzione da fonti rinnovabili, in particolare da fotovoltaico, è quindi destinata ad avere ripercussioni sui prezzi dell’energia elettrica anche nei prossimi mesi. Inoltre, per garantire la sostenibilità dello sviluppo di queste fonti caratterizzate da elevata intermittenza e il loro il pieno sfruttamento, si renderanno necessari interventi -con conseguenti oneri sulle bollette- per sviluppare le infrastrutture di rete così da continuare ad assicurare il mantenimento in sicurezza ed in efficienza del sistema".

La reazione da parte del mondo dei produttori delle energie da fonti rinnovabili e in particolare del fotovoltaico non è tardata ad arrivare.

"L’aumento del prezzo medio di riferimento dell’energia elettrica per il I trimestre del 2012 non è imputabile agli incentivi erogati a sostegno dell’industria fotovoltaica italiana se non per una minima parte" ha affermato in una nota dell’ANIE/GIFI il presidente Valerio Natalizia.

"Dal 1° gennaio 2012 -continua la nota del gruppo d’imprese fotovoltaiche aderenti a Confindustria- il prezzo di riferimento dell’energia elettrica sarà 17,305 centesimi di euro per Kwh, tasse incluse. La spesa media annua della famiglia tipo sarà pari a 467 euro dei quali 32 euro saranno impegnati per incentivare il fotovoltaico".

Secondo i calcoli effettuati da ANIE/GIFI l’aumento stabilito del 4,9% del Kwh, rispetto all’ultimo trimestre del 2011, è imputabile al fotovoltaico per meno del 30%, a fronte di circa 70% imputabile alla variazione del costo dei combustibili fossili.

"Ci appare pertanto strumentale –continua Natalizia– attribuire al solo fotovoltaico la responsabilità degli aumenti del costo dell’elettricità intervenuti a gennaio".

"Ricordo infine che l’utilizzo della tecnologia fotovoltaica –conclude Natalizia– ha contribuito nel 2011 alla copertura del 3% circa della domanda nazionale di energia elettrica, evitando i costi per l’importazione dall’estero e rendendo il nostro paese meno dipendente dai precari equilibri geopolitici mondiali".

Nella nota dell’associazione si ricorda inoltre che molti sondaggi hanno dimostrato che le famiglie italiane sono positivamente disposte a dare il loro contributo, circa 2.7 euro al mese, per sostenere un’industria che fino ad oggi ha creato oltre 100.000 posti di lavoro diretti e indotti occupati per lo più da giovani.

"Tutto questo –rileva ancora Natalizia- senza dimenticare le enormi ricadute ambientali in termini di riduzione di emissioni nocive grazie all’utilizzo di una fonte di energia pulita come il solare fotovoltaico".