Si chiama ‘Gruppo informale per la geotermia toscana’ e raccoglie esponenti del modo accademico e istituzionale.
A presentare la ‘task force’ il consigliere regionale dei Verdi Fabio
Roggiolani come il gruppo nasce a seguito di un protocollo dedicato
alla geotermia siglato nelle scorse settimane tra la Regione Toscana e
Enel, che prevede 650 milioni da ora al 2024. ”Oggi presentiamo – ha
spiegato Roggiolani – le proposte riguardanti la ricerca di tecnologia
applicata per giungere ad una geotermia senza impatti ne’ paesaggistici
ne’ sanitari. Tale ricerca sara’ finanziata da Enel ma decisa da un
gruppo misto composto da Regione Toscana ed Enel stessa, che si avvalga
anche di esperti esterni, e che punti sin dal rinnovo della concessione
dell’impianto di Bagnore (Grosseto) sull’Amiata, alla realizzazione di
una innovativa centrale dove si potra’ e si dovra’ recuperare
l’anidride carbonica per usi alimentari ed industriali e per quella via
giungere al definitivo abbattimento di ogni altro inquinante”. In
particolare i professori Paolo De Natale (Cnr-Inoa) e Ennio Carnevali
del Dipartimento di Energetica dell’Universita’ di Firenze hanno
spiegato che si tratta di convertire l’attuale produzione geotermica
abbattendo il piu’ possibile l’emissione di anidride carbonica ed altri
inquinanti nell’atmosfera. In quest’ottica tecnologie gia’ esistenti e
impiegate all’estero permettono di reimmettere nel sottosuolo i vapori
e le emissioni geotermiche prodotte dallo sfruttamento.