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Energia. I consumi elettrici domestici restano stabili intorno a 1.190 kWh pro capite

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Rimini e Ferrara al top per le azioni salva-sprechi
Brescia spicca nell’utilizzo del teleriscaldamento

Fonte: Il Sole24ore

Autore: R.Ca.

Sono cinque le tabelle di Ecosistema urbano che indagano sulla situazione energetica sul territorio e valutare il livello d’impegno locale.
Un parametro è di tipo "negativo": mette cioè a confronto le 104 province indagando su quanto si consuma. Gli altri, invece, si concentrano sulla diffusione delle fonti alternative e sull’avvio di azioni pro risparmio energetico da parte delle amministrazioni locali.
Alla prima voce – consumo elettrico per usi domestici – persiste il divario tra le realtà con i valori più contenuti (sotto o vicino ai mille kWh pro capite) e quelle che superano i 1.300 kWh. Entrambi i "gruppi" di città (14 le "virtuose" e 9 le "sprecone") risultano in crescita mentre il dato medio (intorno ai 1.190 kWh) appare in linea con quello dello scorsa edizione. A distinguersi tra le "energivore" è Cagliari che si avvicina ai 1.600 kWh/abitante (dato comunque in calo), seguita da Roma (quasi 1.460). Tra le "risparmiose" si mettono in evidenza Campobasso, Matera, Potenza e Trento, dove il pro capite non arriva a 950 kWh.
I successivi tre capitoli – riassunti in altrettante tabelle che concorrono a formare un parametro unico, indagano sullo sviluppo delle energie alternative, ossia fotovoltaico, solare e, appunto, teleriscalmento. Nel dettaglio, Ecosistema urbano ha preso in considerazione la potenza e i metri quadrati di pannelli (rispettivamente per il fotovoltaico e il solare) installati sugli edifici comunali e, per il teleriscaldamento, i metri cubi teleriscaldati, dando il punteggio più alto alle amministrazioni maggiormente impegnate nella diffusione di queste tecnologie.
Ebbene, sono ormai un’ottantina i Comuni che dichiarano di avere installato pannelli fotovoltaici: i valori più elevati si riscontrano a Lodi (11 kW ogni mille abitanti) tra le città piccole, a Lucca e Pesaro tra le medie e a Padova tra le grandi (tutte intorno ai 28 kW). Un po’ meno (67) le amministrazioni che hanno fatto mettere impianti solari termici nelle proprie strutture. A distinguersi è la "piccola" Verbania con quasi 12 mq ogni mille abitanti, seguita da Cosenza e Lodi (sopra 9 mq); tra le medie spicca Como (quasi 8 mq), mentre la più "virtuosa" tra le grandi è Catania (con 4,8 mq). Ancora più contenuto il drappello di città che hanno adottato sistemi di teleriscaldamento: appena 29, una situazione invariata rispetto alla scorsa edizione. Qui spicca Brescia con il primato assoluto di oltre 200 mc pro capite "teleriscaldati", seguita da Mantova nel gruppo delle piccole città, con un volume però pari alla metà (106 mc pro capite). Fra le 15 realtà più popolose, è Torino a emergere con un valore pari a 55 mc/abitante.
L’ultimo parametro – le politiche energetiche – è un indice composito, che monitora un’articolata serie di interventi finalizzati a sostenere il risparmio energetico, quali l’introduzione di incentivi economici e norme cogenti sul risparmio energetico e la diffusione di fonti a energia rinnovabile; la presenza di un "energy manager"; l’acquisto di energia elettrica da fonte rinnovabile; la costituzione di una banca dati sugli edifici certificati; la realizzazione di audit energetici degli edifici comunali. Soltanto due città – entrambe dell’Emilia Romagna ed entrambe di medie dimensioni (Forlì e Ferrara) – meritano il punteggio massimo di 100, avendo adottato tutte le politiche e gli interventi che compongono l’indice. A mettersi in evidenza anche Potenza tra le piccole, Bolzano e Trento tra le medie (tutte a quota 93).
R. Ca.