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Energia geotermica per Wall Street

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Tra le fonti di energia rinnovabile, quella geotermica è forse, ancor oggi, la meno conosciuta e, probabilmente, anche per questo è spesso al centro di forti contestazioni (recente la polemica intorno alla supposta e da molti smentita correlazione tra pozzi geotermici e attività sismica).

Fonte: Fotovoltaico Sul Web.it

Autore: Morena Deriu

 È, però, un dato di fatto che molti Paesi stanno intraprendendo questa strada. Fra questi, spiccano gli Stati Uniti d’America, il Paese con il potenziale geotermico più alto al mondo. Recentemente, infatti, la U.S. Geological Survey ne ha stimato il valore tra i 100 e i 500 GW, una quantità sufficiente a soddisfare il fabbisogno energetico di milioni di famiglie americane. 

Secondo la U.S. Geological Survey, gli Stati Uniti sono il Paese con il più alto potenziale geotermico al mondo

(Secondo la U.S. Geological Survey, gli Stati Uniti sono il Paese con il più alto potenziale geotermico al mondo)

Non a caso, a partire dal 2009, negli Stati Uniti, il ricorso e lo sfruttamento dell’energia geotermica ha conosciuto una crescita di almeno 6 punti percentuale annui e, attualmente, questa percentuale sembra destinata a crescere ulteriormente per via del crescente sostegno del Dipartimento dell’Energia (DOE, U.S. Department of Energy). Un forte segno in tal senso arriva proprio dall’annuncio (dato a Febbraio proprio dal DOE) relativo alla prossima costituzione di un laboratorio appositamente dedicato alla ricerca in campo geotermico, il FORGE (Frontier Observatory for Research in Geothermal Energy). L’attività del laboratorio sarà essenzialmente orientata verso l’implementazione delle tecnologie di ultimissima generazione, così da risolvere i punti critici della geotermia, sostanzialmente legati alla possibilità di un suo impiego su larga scala, anche in termini di sostenibilità economica.

Un'immagine dell'impianto geotermico di Raft River nell'Idaho

(Un’immagine dell’impianto geotermico di Raft River nell’Idaho)

Un altro interessante esempio arriva dall’Oregon, dove, sulla scia degli incentivi a sostegno delle rinnovabili (e, dunque, non solo della geotermia) emanati dal Governo dal 2011, il locale Istitute of Technology si è dotato di un sistema geotermico per provvedere al riscaldamento dell’intero campus.

Secondo dati, studi e indiscrezioni del Dipartimento dell’Energia, il prossimo passo parrebbe destinato alla implementazione del potenziale geotermico dei bacini idrotermici già esistenti. In questo modo, si otterrebbero, infatti, altri 10 GW addizionali di elettricità. Per questa ragione, sembra preannunciarsi un autunno caldo per il geotermico statunitense, grazie al più che probabile stanziamento di ben 10 milioni di dollari

Il campus dell'Oregon Istitute of Technology è interamente riscaldato da pompe di calore geotermico

(Il campus dell’Oregon Istitute of Technology è interamente riscaldato da pompe di calore geotermico)

Ovviamente, questa indiscrezione sulla prossima cospicua ventata di finanziamenti al geotermico non poteva passare inosservata alle orecchie di Wall Street, dove sono iniziate le speculazioni intorno alle aziende top del geotermico statunitense. In prima fila, la Ormat Technologies, il colosso delle energie rinnovabili, che vanta ben 515 MW di energia geotermica installata, tra California, Hawaii, Nevada e Kenya (senza contare i recenti, costosissimi contratti appena firmati in Indonesia). La Ormat sta, infatti, cercando di vendere il 49 % delle proprie centrali geotermiche negli USA, approfittando del momento più che favorevole per la geotermia. Altrettanto interessanti movimenti stanno interessando anche la U.S. Geothermal, la Alterra Power e la Ram Power, altri tre grandi colossi del mondo delle energie rinnovabili.

Le più belle speranze di Karl Gawell, che nel 2011, da direttore della Geothermal Energy Association (GEA), si augurava un forte sostegno governativo al settore geotermico, almeno sino al 2016, sembrano, dunque, sulla via della realizzazione.