L’energia geotermica infatti è generata attraverso fonti geologiche di calore, come per esempio il decadimento di elementi radioattivi naturali come l’Uranio.
L’Italia risulta ricchissima di queste risorse di energia primaria, sia per lo sfruttamento diretto del calore naturale della terra, sia per la produzione futura di energie elettrica.
Nei giorni scorsi il convegno nazionale dell’Ugi ( Unione geotermica italiana) ha redatto un documento intitolato “Nuovo manifesto della geotermia per un accelerato sviluppo dell’uso del calore terrestre in Italia”, che descrive il forte sviluppo che questa energia pulita potrebbe avere nei prossimi decenni, aiutando la domanda di energia del nostro Paese.
Con la previsione di un forte sostegno da parte del governo, gli obiettivi di sviluppo indicati per il 2030 stimano, sul fronte energia elettrica, 2mila megawatt di potenza installata, con possibilità di arrivare a produrre fino a 12 miliardi di kWh/anno.
Riguardo l’uso diretto del calore terrestre le stime parlano di 8800 megawatt termici di potenza installata e 90mila tera-joule/anno.
In termini più semplici verrebbe soddisfatto il fabbisogno elettrico di circa 5 miliardi di persone e il riscaldamento di 500mila appartamenti.
Ma i vantaggi continuano, infatti la geotermia potrebbe contribuire a far risparmiare circa 4 milioni di tonnellate di petrolio e quasi 13 milioni di tonnellate di anidride carbonica emessa ogni anno, favorendo inoltre la creazioni di nuovi posti di lavoro, stimabili in circa 200mila.
Gli svantaggi sono ridotti al lumicino e riguardano principalmente l’impatto paesaggistico, ma con la prospettiva di diventare una Paese leader in Europa questi dettagli a fronte degli enormi problemi attuali passano sicuramente in secondo piano.