Home Cosvig Energia, edilizia verde e aiuti pubblici alla formazione nella formula dell´ex presidente...

Energia, edilizia verde e aiuti pubblici alla formazione nella formula dell´ex presidente Usa “È ancora l´economia, stupido

415
0
CONDIVIDI
Clinton indica la via del rilancio

Fonte: La Repubblica

Autore: Bill Clinton

La prossima settimana a Chicago, la Clinton Global Initiative per la prima volta sarà incentrata sull´America con un appello ai vertici dell´imprenditoria e della politica ad impegnarsi a sostenere il progetto per l´occupazione. Ecco le nostre proposte.
1. VELOCIZZARE L´ITER DEI PROGETTI D´INVESTIMENTO
Non è colpa della Casa Bianca se è problematico far decollare rapidamente i progetti, a volte l´iter di approvazione richiede tre anni se non più. Bisogna cambiare le procedure, dar corso all´intero iter di verifica solo in presenza di concreti rischi ambientali.
2. LIQUIDITÀ PER AVVIARE NUOVE IMPRESE
Per chi ha intenzione di avviare un´impresa le agevolazioni fiscali non servono a nulla, dato che mancano ancora gli introiti.
Il presidente Obama ha introdotto una politica molto valida in campo energetico, tra cui l´idea di concedere un credito di imposta sia per le offerte di lavoro ecosostenibile (i cosiddetti green jobs), sia per le nuove imprese. Bisogna convincere i repubblicani al congresso della validità di questa strategia.
3. POSTI DI LAVORO
NEL SETTORE ENERGETICO
All´epoca della mia presidenza l´economia beneficiò del grande sviluppo delle tecnologie informatiche. Più di un quarto della crescita occupazionale e un terzo della crescita del reddito derivavano da quel settore. Oggi il candidato naturale a questo sono le nuove strategie di produzione e utilizzo dell´energia.
4. IMITIAMO L´EMPIRE STATE BUILDING
Prendiamo ad esempio l´Empire State Building – lo vedo dalla finestra del mio ufficio – è stato ristrutturato secondo criteri di riqualificazione ambientale. Il progetto prevede la sostituzione degli impianti, nuove tecniche di illuminazione, isolamento termico. Potremmo dare lavoro a un milione di persone riqualificando edifici in tutta l´America.
5. LE BOLLETTE COME STRUMENTO DI AZION
Con i risparmi in bolletta si potrebbero finanziare anche le riqualificazioni. Sono come minimo 11 gli Stati che consentono alle società elettriche di incassare il denaro risparmiato e usarlo per pagare le imprese edili. Per ogni miliardo di dollari investito nella riqualificazione si ottengono 7.000 posti di lavoro. Iniziamo dalle scuole, dalle università, dagli ospedali, dalle sedi dell´amministrazione locale.
6. SOLUZIONI STATO
PER STATO
Nel Nevada due grandi società cinesi hanno deciso di spostare in quel piccolo Stato le loro fabbriche di turbine e lampade Led per i grandi parchi eolici texani. Si sono creati così 4.000 posti di lavoro. Ho apprezzato molto la franchezza dei cinesi. Hanno dichiarato di aver preso questa decisione sulla base di meri motivi economici, non di opportunità politica. Hanno spiegato che il costo del lavoro in Cina è più basso, ma dati gli alti costi di trasporto conviene produrle in loco.
7. PRESTITI GARANTITI
Le banche dispongono ancora di una liquidità superiore ai 2000 miliardi di dollari svincolati. Allora suggerivo che il governo federale accantonasse – senza spenderli – 15 miliardi di dollari del piano di salvataggio TARP. In pratica la banca presta denaro a un´impresa e il governo federale funge da garante per il 75% del prestito.
8. DIPINGIAMO
I TETTI DI BIANCO
Milioni di edifici in America hanno i tetti catramati. Assorbono enormi quantità di calore e per climatizzare gli ambienti servono grandi quantità di energia. A New York il sindaco Bloomberg ha dato vita ad un programma per impiegare manodopera giovanile per imbiancare i tetti. E, che ci si creda o no, dipingere il tetto di bianco può portare ad una riduzione del 20% del consumo di energia elettrica in una giornata molto calda! Ogni tetto nero di New York dovrebbe essere imbiancato e così a Chicago e a Little Rock.
9. AZIONI PRODUTTIVE
A giudizio unanime degli esperti il piano anticrisi TARP e gli stimoli all´economia ci hanno salvati da una seconda Grande Depressione. Dopo il salvataggio della GM e della Chrysler disponiamo di circa 75.000 posti di lavoro in più nell´industria. La chiusura delle fabbriche e delle relative forniture sarebbe costata un milione di posti di lavoro. Ha funzionato ma non ha "risanato l´economia", non ha prodotto risultati granché apprezzabili dalla gente comune, ma in sua assenza il tasso di disoccupazione sarebbe stato oggi superiore dell´1,5-2%.
10. FORMAZIONE IN AZIENDA
In Georgia, se dopo un lasso di tempo i posti di lavoro offerti da una azienda risultano ancora vacanti, lo Stato fornisce alle imprese il denaro necessario a formare direttamente il personale. Nel periodo di formazione le imprese non pagano gli oneri sociali. I posti di lavoro vacanti in Usa sono 3 milioni.
11. RIDURRE LA PRESSIONE FISCALE SULLE AZIENDE
Sarei perfettamente d´accordo su una riduzione delle aliquote, sulla semplificazione tributaria e sul risparmiare oneri di contabilità, ma allargando la base fiscale e eliminando le scorciatoie che creano disparità, così che tutte le imprese siano ragionevolmente tassate sui loro profitti.
12. APPLICARE
IL DIRITTO COMMERCIAL
Da quando ho lasciato l´incarico ogni anno abbiamo perso posti di lavoro nell´industria. Uno dei motivi è la mancata applicazione della normativa sul commercio. Contrariamente a quanto si crede il WTO e i nostri accordi commerciali non impongono un disarmo unilaterale. Negli ultimi anni non sono stati applicati appieno perché Cina e Giappone sono i nostri banchieri ed è difficile essere rigidi sulle loro prassi commerciali scorrette.
13. ANALIZZARE
LE OPPORTUNITÀ
Se non ci saranno pacchetti di stimolo federali e ulteriori incentivi fiscali mirati direttamente alla creazione di nuovi posti di lavoro devono necessariamente esistere delle opportunità diverse cui attingere, data la liquidità in possesso delle banche e delle imprese. Ma questo comporta dei costi, quindi sarò lieto di tornare all´aliquota fiscale vigente per le fasce alte di reddito ai tempi in cui ero presidente, se serve a finanziare gli incentivi fiscali per creare maggiore occupazione.