Tra il 2008 e il 2009 nella fase più nera della (precedente) crisi economica, le emissioni di gas serra dovute al settore energetico erano calate del 7%. Sappiamo che c’è poco da rallegrarsene: chi punterebbe sulla recessione per uscire dall’incubo climatico? Un nuovo rapporto dell’Agenzia europea per l’ambiente (EEA) ha però analizzato in maggiore dettaglio a quali settore sono dovuti i cali più vistosi e quanto pesano industria, trasporti e abitazioni nel bilancio finale delle emissioni dovute all’energia. Il nuovo calcolo, che introduce il concetto di emissioni indirette, fa balzare al 25% la fetta di emissioni del settore proveniente dalle nostre case.
La novità del rapporto appena pubblicato all’EEA è che calcola le emissioni emissioni in base al loro uso finale e include nel computo anche le emissioni indirette, cioè quelle prodotte dalle centrali elettriche, o dalle raffinerie, per fornire energia ai diversi comparti: industria, trasporti, case. In pratica questo significa che le emissioni dovute alla produzione e alla distribuzione dell’energia (il 41% del totale) non sono più calcolate a parte, ma attribuite ai singoli settori cui sono riferite.
E’ così che i gas serra dovuti all’energia utilizzata nelle abitazioni private nei paesi dell’Unione Europea non sono più solo quelli emessi in seguito alla combustione diretta (riscaldamento, illuminazione, elettrodomestici), ma comprendono anche le emissioni indirette che l’industria energetica produce per soddisfare le necessità delle abitazioni. Le nostre case non pesano quindi per il 12% sulle emissioni nocive dovute all’energia, come risulterebbe calcolando solo le emissioni dirette, ma per oltre il doppio, ovvero il 25%, quasi alla pari dell’industria, che passa dal 15% al 26%.
Il settore più critico rimane quello dei trasporti, a cui il nuovo calcolo delle emissioni aggiunge ben poca responsabilità (si passa dal 25% al 29%), mentre triplicamo i gas serra attribuiti al settore del commercio, passando dal 5% al 15%.
Quali sono i settori che hanno contribuito maggiormente al calo di emissioni registrato nel 2009? La maggior parte della contrazione (65,8%), come era prevedibile è stata dovuta al settore industriale. Le emissioni legate all’energia del settore dei trasporti hanno contribuito per il 12,1%, il settore commerciale per l’8,9% e quello residenziale per il 9,4%, sempre calcolando le emissioni dirette e indirette.
Se le abitazioni pesano per i 25% sul totale delle emissioni dovute all’energia, e per quasi il 10% del calo delle stesse in tempi di crisi, è chiaro che aumenta la responsabilità dei singoli rispetto alla produzione di gas serra. Non possiamo insomma continuare a dare la colpa all’industria, alle grandi corporation, o genericamente agli altri, ma dobbiamo finalmente accettare che noi tutti collettivamente siamo responsabili e che quindi i nostri comportamenti hanno un ruolo primario nella lotta ai cambiamenti climatici.