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Enel Green Power contro il Tesoro ricorso al Tar per lo spalma-incentivi

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IL CASO/LA SOCIETÀ FA GUERRA LEGALE AL SUO AZIONISTA DI CONTROLLO

Fonte: La Repubblica

Autore: l.pa.

 

Era prevedibile e per certi versi inevitabile, visto che stiamo parlando di una società quotata in Borsa, la quale deve tutelare gli interessi di tutti i suoi azionisti. Ma trattandosi di Enel Green Power, la vicenda ha un aspetto ulteriore di cui tener conto, perché vede di fatto la società muovere causa contro il suo azionista principale.
La società leader in Italia del settore delle rinnovabili, nato da uno spin off di Enel e di cui l’ex monopolista detiene il 70 per cento delle quote dopo il collocamento in Borsa. ha deciso di far parte del nutrito gruppo di aziende che farà ricorso al Tar contro il cosiddetto decreto “spalma-incentivi”. E, di conseguenza, contro il Governo. In pratica, Enel Green Power muove guerra legale al suo controllore di ultima istanza, visto che il gruppo Enel ha come azionista di maggioranza il ministero dell’Economia e delle Finanze con il 31,24 per cento delle quote.
Fonti vicine alla società delle rinnovabili fanno sapere che «non c’è da sorprendersi della decisione » e che «il ricorso era persino ovvio, perché va a ledere diritti acquisiti e potrebbe costituire un precedente molto pericoloso». Non solo: da Enel Green Power si dicono anche convinti che il ricorso non potrà che concludersi con un esito sfavorevole al Governo.
A presentare ricorso, che verrà depositato nei prossimi giorni, saranno materialmente i legali di AssoRinnovabili, coordinati dallo studio dell’ex presidente della Corte Costituzionale Valerio Onida. Si tratta dell’associazione di categoria che raccoglie circa 500 aziende “verdi” in tutta Italia, cui fanno capo oltre 1.300 impianti per oltre 10mila megawatt di potenza installata. Assieme a Confagricoltura, AssoRinnovabili sta raccogliendo le adesioni – ne sono già arrivate un centinaio – per una causa nei confronti del decreto che ha tagliato gli incentivi agli impianti fotovoltaici. In sostanza, il decreto prevede che i proprietari degli impianti siano costretti a una rimodulazione degli incentivi incassati per l’energia prodotta, visto che vengono “spalmati” da 20 a 25. Il che significa una riduzione della remunerazione del capitale investito, con conseguente revisione dei piani finanziari.
Nelle intenzioni del governo, il taglio degli incentivi dovrebbe consentire il recupero di risorse da destinare dalle Pmi, in modo da abbassare il costo della bolletta per le imprese. Sulla scia di manovre analoghe avvenute in tutta Europa, dalla Germania alla Spagna, quando il boom delle rinnovabili ha fatto alzare la quota di incentivi pagati ogni anno per lo sviluppo delle energie verdi dalle famiglie e dalle piccole e medie imprese.

Enel Green Power ieri è stata protagonista della giornata di Borsa. Il titolo è stato uno dei migliori di Piazza Affari, con una crescita delle quotazioni del 5,5 per cento a 1,91 euro. Il merito va a un report positivo della banca svizzera Ubs: secondo gli analisti «nel periodo 2014-2018 gli investimenti del gruppo potrebbero superare del 50 per cento quelli previsti » e hanno fissato il prezzo obiettivo a 2,3 euro per azione.