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Emergenza siccità Toscana

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Legambiente: “Contribuire al risparmio idrico non è una sfida impossibile. Le città, i singoli cittadini e il settore agricolo possono fare la differenza”

Fonte: Legambiente

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 “Scatta l’emergenza siccità in Toscana con conseguente razionamento dell’acqua e ci si accorge di quanto l’acqua sia un bene prezioso e vitale e di come l’attuale modello di gestione della risorsa idrica non sia sostenibile: da quello urbano a quello domestico per arrivare a quello agricolo. Eppure contribuire al risparmio idrico non è una sfida impossibile, ma una scommessa che si può vincere attraverso un impegno comune coinvolgendo le città, il mondo agricolo e i cittadini che possono fare davvero al differenza.” Angelo Gentili, coordinatore nazionale di Festambiente, la manifestazione nazionale di Legambiente in corso di svolgimento a Rispescia (Gr) in una nota interviene sull’emergenza siccità in Toscana.

In Toscana si registra ben 50% in meno di precipitazioni rispetto alla media 1986-2016. Una situazione di alta criticità– denuncia Legambiente- confermata dai dati dell’Istituto di ricerca per la protezione idrogeologica del Cnr (Irpi-Cnr) che sta monitorando l’impatto della siccità sul territorio nazionale. In particolare, i dati satellitari degli ultimi 10 giorni –– mostrano che in «nessun altro luogo d’Europa le condizioni di umidità del suolo attuali sono così secche come in Italia centrale». Tra le situazioni più critiche viene segnalato parte meridionale della Toscana , in particolare il territorio della Provincia di Grosseto dove il suolo è più secco rispetto alle condizioni normali dall’inizio dell’anno, e le condizioni di siccità hanno cominciato ad aggravarsi da aprile in poi. Alla mancanza di pioggia si aggiungono dati preoccupanti sulla dispersione della rete idrica, come nel caso di Grosseto dove ogni cittadino consuma in media 132 litri al giorno con il 56 % di perdite idriche reali, la peggiore tra le città capoluoghi della Toscana.

Davanti a queste cifre – ribadisce Angelo Gentili, di Legambiente- c’è la necessita di incentivare una corretta e sostenibile gestione della risorsa idrica, che da una parte riduca la domanda e i consumi e dall’altra incrementi l’efficienza degli usi, per evitare, anche in risposta ai mutamenti climatici in atto, fenomeni di crisi per la regione. Oggi la sfida della gestione sostenibile della risorsa idrica si può vincere solo con un’attenta ed efficiente pianificazione di interventi, con politiche serie ed efficaci di adattamento al clima, di risparmio e tutela dell’acqua, che è una risorsa limitata, affrontando al tempo stesso quei nodi irrisolti. Tra le questioni da affrontare ci sono prima di tutto l’inefficienza delle reti di distribuzione, la dispersione idrica , la mancanza di piani strategici e innovativi per una sua diversa gestione e il fatto che l’acqua in Italia costa troppo poco, negli usi civili come in agricoltura, e anche per questo se ne consuma troppa”.

Da Festambiente, la manifestazione nazionale di Legambiente viene lanciato un piccolo manuale che raccoglie e sintetizza una serie di soluzioni utili per ridurre i consumi idrici urbani, domestici e quelli legati all’agricoltura: consigli che vanno dall’ammodernamento degli acquedotti all’utilizzo di tetti verdi e giardini pensili in città per l’accumulo e il recupero delle acque piovane, dal ripensamento delle tecniche irrigue sia in agricoltura sia nelle aree verdi urbane al recupero e riutilizzo delle acque grigie (quelle che provengono da lavabi e docce) depurate. E poi condomini 2.0, edilizia sostenibile e regolamenti edilizi che puntano sempre di più al risparmio idrico, senza dimenticare una buona dose di buon senso quotidiano, fatto di scelte semplici ed efficaci come l’utilizzare ad esempio riduttori di flusso applicabili facilmente ai rubinetti, scegliendo elettrodomestici a basso consumo idrico, e optando per uno stile di vita attento all’ambiente e sempre più sostenibile che passi anche dalla tavola e dalla dieta mediterranea. Sono questi per Legambiente gli "ingredienti" fondamentali per fronteggiare la crisi idrica e ripensare nelle città italiane ad un nuovo modello di gestione sostenibile e pubblica dell’acqua, in grado di coniugare sostenibilità, innovazione, rispetto del territorio e partecipazione attiva.