Terna: dal calore della terra ricavati 5.646 GWh, il 5% della produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili
Nonostante l’exploit di dicembre, i dati raccolti nell’ultimo anno da Terna – la società che gestisce la rete elettrica nazionale ad alta e altissima tensione – mostrano un quadro sostanzialmente stabile per la geotermia italiana.
L’energia elettrica prodotta a livello nazionale da fonte geotermica nel mese di dicembre 2020 si attesta infatti a 475 GWh, in aumento rispetto al mese precedente di 13 GWh (+2,8%), ma il dato progressivo annuo è in lieve riduzione (-0,8%) rispetto all’anno precedente.
Questo significa che in corso d’anno dal calore naturalmente custodito nel sottosuolo sono stati ricavati 5.646 GWh di energia elettrica, contro i 5.689 del 2019: si tratta sempre del 5% di tutta l’elettricità prodotta a partire da fonti rinnovabili, anche se guardando alla realtà toscana – dove si concentrato tutte le centrali geotermoelettriche ad oggi presenti su suolo nazionale – il dato è molto più alto, storicamente superiore al 70%.
Allargando il quadro d’osservazione, Terna informa che durante il corso del 2020 la richiesta di energia elettrica è stata soddisfatta per il 38% da fonti energetiche rinnovabili (FER), in crescita rispetto al 35% raggiunto nel 2019.
Dalle fossili è dipeso il 51% degli approvvigionamenti, mentre il rimanente 11% è arrivato dall’estero.
Si tratta in ogni caso di dati fortemente legati al quadro pandemico, che ha comportato sensibili cambiamenti nell’uso dell’elettricità a causa delle misure di distanziamento imposte per contenere i contagi.
Non a caso nel 2020 la richiesta di energia elettrica (302.751GWh) risulta in riduzione (-5,3%) rispetto al 2019, un contesto che nelle fasi di contrazione più marcate ha sensibilmente favorito la componente rinnovabile, che nel mese di maggio ha soddisfatto oltre il 50% della domanda di elettricità raggiungendo un nuovo massimo storico.
A consuntivo 2020 però, questo dato come già accennato si è contratto fino a fermarsi a quota 38%.