L’industria delle costruzioni si sta riconfigurando e il comparto degli impianti per le energie rinnovabili salva il settore, se si pensa che nel 2011 gli investimenti nel campo delle rinnovabili sono stati di 26 miliardi, un miliardo in più di quanto è stato investito, 25 miliardi, nel settore residenziale È la tesi anticipata da Lorenzo Bellicini, direttore tecnico del Cresme agli stati generali dell’industria delle costruzioni che si è tenuta a Monza, nella sede della locale Confindustria, organizzati da Assimpredil Ance guidata da Claudio De Albertis E che per la prima volta, ha visto la partecipazione, a Monza, del presidente nazionale, Paolo Buzzetti, entrambi in odor di proroga alla scadenza, a giugno, del secondo mandato per entrambi Bellicini ha indicato le parole chiave per il 2012 del comparto delle costruzioni e dell’edilizia- riduzione, riconfigurazione, meno credito, selezione II presidente Buzzetti, ha sostenuto la necessità «di un piano keynesiano di crescita nel quale l’edilizia può svolgere un ruolo importante» «II governo», ha detto, «sta spegnendo i motori dell’edilizia che oggi è scesa a toccare i livelli di produttività degli anni 40 con la riduzione del 40% degli investimenti nell’edilizia residenziale, -47% nei lavori pubblici, -29 % di compravendite, -25% di erogazione mutui e la perdita di 380 mila posti di lavoro in 70 settori della filiera dell’industria delle costruzioni nel 2011» E sul problema dei ritardati pagamenti ha annunciato che l’Ance sta studiando l’eventualità di attivare la class action «Boom per gli impianti trainati dall’energy technology, tengono le finiture sostenute dalla riqualificazione, mentre è profondo rosso per strutture e opere murarie affossate dalla nuova costruzione»- il quadro puntuale della situazione è arrivato dal Cresme che ha sostenuto come dopo una piccola ripresa all’inizio del 2011, oggi la situazione sia radicalmente cambiata, a dispetto delle previsioni ottimistiche, e sia notevolmente peggiorata E che l’andamento continuerà ad essere negativo per il 2012 quando si concluderà l’ottavo anno del cielo negativo, con l’inversione di tendenza prevista per il 2013 Ma, è la novità anticipata dal Cresme al convegno di Monza, è la riconfigurazione in atto nel settore delle costruzioni che ha sposato la via degli impianti per la produzione delle energie rinnovabili incentivate fino all’anno scorso, proprio per superare la crisi che ha colpito i comparti tradizionali, quelli del mattone e del cemento Riduzione, riconfigurazione del mercato determi nano la selezione degli operatori- chi vince e chi perde nel settore delle costruzioni? «Possiamo dire che un pezzo del mercato delle costruzioni è cambiato già dopo la crisi del 2009», ha risposto Bellicini, «la ripresa muove da altri segmenti rispetto a quelli tradizionali delle costruzioni- metallo, energia, tecnologia, recupero Chi frena ancora è l’edilizia e la sua immagine tradizionalemattone e cemento» La crisi, secondo il Cresme, è delle nuove costruzioni residenziali e non residenziali; la crisi è dei laterizi che hanno perso un altro 16,9% del loro fatturato nel 2010, dopo il 18,8% del 2008 e il 21% del 2009; la crisi è del cemento e del calcestruzzo che hanno perso un altro 15,3% del mercato La flessione riguarda anche i prefabbricati, che registrano un calo del fatturato del 13,2% Per i distributori di materiali edili, la flessione è più contenuta, solo 1,5%, ha sostenuto Bellicini, «ma paga una selezione che ha visto uscire dalle classifiche 2010 alcuni grandi nomi e il 10% dei distributori della lista dell’anno precedente L’acciaio È cresciuto del 22%, ma come vedremo non sono i dati sul tondino a crescere (perde il 16%) Le strutture e le opere murarie hanno perso nel 2010 il 15% del mercato del drammatico 2009 E’ la crisi dei cantieri di nuova costruzione» «Una crisi», ha aggiunto, «che è proseguita nel 2011 Secondo i primi dati provvisori, i permessi per edificare ritirati nella prima metà del 2011 sono ulteriormente diminuiti del 9,5% rispetto al 1° semestre 2010», ha sostenuto Bellicini «Riqualificazione e soprattutto boom dell’energy technology, e in particolare del fotovoltaico, descrivono un salto senza uguali che interessa il 2010 e il 2011 e, se non ci sarà la doppia recessione, una parte della storia del settore dei prossimi anni», ha concluso Bellicini, «le fonti energetiche rinnovabili hanno superato nel 2011 gli investimenti della nuova edilizia residenziale e certificano la riconfigurazione del settore II comparto non residenziale, alla luce delle nuove stime sugli impianti Fer, sembra aver privilegiato l’investimento in impianti fotovoltaici da installare sulle coperture degli insediamenti industriali In sostanza, date le dimensioni dell’investimento, si potrebbe descrivere una situazione in cui la crisi economica ha depotenziato la domanda di nuovo e di ampliamento e il boom delle fonti rinnovabili stimolate dagli incentivi ha rappresentato un ambito di diversificazione non secondario per l’investimento del settore produttivo Questo giustificherebbe le due dinamiche settoriali opposte Le risorse sono finite, quella più conveniente è stata certo quella energetica».