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Edifici a energia quasi zero.

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E’ questo uno dei principali obiettivi della nuova direttiva europea sull’efficienza energetica nel settore dell’edilizia

Fonte: GeotermiaNews

Autore: Redazione

La nuova Direttiva sull’energia in edilizia (2010/31/UE) introduce delle novità interessanti per quanto riguarda l’efficienza energetica e la produzione di energia in loco.

Tra le principali novità introdotte, vi è, infatti, il concetto di “Edifici ad energia quasi zero”, la cui definizione, riportata nell’art. 2, recita: “«edificio a energia quasi zero»: edificio ad altissima prestazione energetica, determinata conformemente all’allegato I. Il fabbisogno energetico molto basso o quasi nullo dovrebbe essere coperto in misura molto significativa da energia da fonti rinnovabili, compresa l’energia da fonti rinnovabili prodotta in loco o nelle vicinanze.”

La nuova Direttiva è entrata in vigore per tutti gli Stati membri il 9 luglio 2010 e prevede un recepimento, da parte degli stessi, programmato in tappe differenziate relativamente a specifiche disposizioni.

Gli step previsti dalla direttiva riguardano per primi gli edifici pubblici che dovranno adeguarsi ai nuovi standard entro il 31 dicembre 2008 e poi quelli privati che avranno tempo altri due anni.

La necessità di ridurre i consumi energetici nel settore edilizio, come “conditio sine qua non” per raggiungere i nuovi ambiziosi obiettivi- il pacchetto 20-20-20 che la Ue si è data al 2020- nasce dalla considerazione che circa il 40% della bolletta energetica comunitaria riguarda l’utilizzo dell’energia in edilizia, sia pubblica che privata, settore che registra costante aumento nei diversi Paesi dell’Unione.

«L’effetto di stimolo e innovazione legato all’applicazione di queste norme a un settore che vale il 9% del PIL europeo, l’8% dell’impiego e 2 mila miliardi di euro di fatturato- sottolinea Carlo Corazza, Direttore Rappresentanza a Milano Commissione europea- sarà davvero rilevante. Senza dimenticare un risparmio del 5-6% di energia entro il 2020 e pari a 270 miliardi di euro l’anno; e al taglio del 5% di di CO². E, soprattutto, alla creazione di 500,000 nuovi potenziali posti di lavoro.» 

E c’è chi si sta già muovendo.

La Comunità Montana Valli del Verbano, ad esempio, ha appena completato un intervento sull’asilo nido di Cuveglio, con la copertura del tetto con 200 metri quadrati di pannelli fotovoltaici per produrre energia elettrica, che andrà a far funzionare le pompe di calore già installate in precedenza. Questo intervento che è costato 150 mila euro ed è stato finanziato dalla Regione Lombardia attraverso una legge in favore delle popolazioni dei territori montani, va, infatti, a completare l’impianto geotermico per il riscaldamento e raffrescamento dei locali attraverso delle pompe a bassa entalpia, già realizzato.

In questo modo si integra e conclude il progetto di un asilo nido a ridottissime emissioni di anidride carbonica.
L’asilo nido comunitario è stato inaugurato ad ottobre 2010 e l’apertura è prevista per l’inizio del prossimo anno scolastico, a settembre 2011.
La nuova struttura potrà ospitare fino a 60 bambini, dai neonati ai tre anni di età, andando a triplicare la capacità dell’attuale asilo nido comunitario di Cuveglio e potendo quindi offrire il servizio a tutti quei Comuni del territorio che sottoscriveranno la convenzione con l’Ente Montano.

«Credo sia importante per un ente pubblico- ha dichiarato Marco Magrini Presidente della Comunità Montana – oltre ad assicurare servizi funzionali ai cittadini, porsi all’avanguardia nella sperimentazione di tecnologie a basso impatto ambientale. La tutela del territorio si deve occupare della purezza dell’aria che respiriamo oltre che del suolo si cui viviamo.»

Anche in Toscana progetti di nuove costruzioni ecoefficienti non mancano: l’ultimo riguarda il complesso di case popolari inaugurato a Marlia, una frazione del comune di Capannori.
Si tratta di un edificio a schiera composto da cinque alloggi costruiti secondo i criteri della bioarchitettura, e secondo gli obiettivi “a energia quasi zero” indicati dalla direttiva europea.

Gli alloggi realizzati con una struttura portante antisismica di pannelli in legno assemblati meccanicamente, sfruttano per la produzione di oltre la metà del fabbisogno annuo di acqua calda pannelli solari integrati da una caldaia a metano. Il riscaldamento avviene grazie ad un sistema che sfrutta il calore geotermico, con pannelli radianti a pavimento. Erp Lucca, per la realizzazione, ha ottenuto un finanziamento dalla Regione di 900 mila euro.

«Una modalità di costruzione innovativa – ha detto l’assessore al welfare e alle politiche per la casa Salvatore Allocca – che coniuga elevati risultati di rendimento energetico ad un bassissimo impatto ambientale, in termini di emissioni di CO2. Per quanto riguarda il risparmio energetico l’edificio è certificato in classe A, ciò significa che il consumo per metro quadro è di circa un sesto rispetto ad una costruzione ‘normale’. É il primo progetto pilota in Toscana, al quale prevediamo di farne seguire altri.»

Non saranno considerati progetti pilota, ma palazzine Peep realizzate con criteri dell’efficienza energetica e sfruttando il calore geotermico per il riscaldamento e raffreddamento degli edifici sono anche quelle realizzate a Follonica.

Venti appartamenti che sfrut­tano, oltre a mate­ri­ali isolanti e ad alta effi­cienza ener­get­ica uti­liz­zati per la loro costruzione, ener­gia geot­er­mica a bassa entalpia e pannelli fotovoltaici sui tetti per i fabbisogni di energia termica ed elettrica.