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Economy verde di rabbia in 20 mila col fiato sospeso Stop del governo agli incentivi: “Per noi è il tracollo”

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E´ allarme in tutta la Toscana per i provvedimenti del governo che smantellano la programmazione del sistema degli incentivi rendendo il settore inaffidabile dal punto di vista del credito.

Fonte: La Repubblica – Firenze

Autore: MAURIZIO BOLOGNI

Più di ventimila posti di lavoro a rischio nella green economy toscana. Una randellata al settore che, in tempi di crisi, si era mostrato di impareggiabile vitalità, con fatturati aziendali e occupazione in crescita. E´ allarme in tutta la Toscana per i provvedimenti del governo che smantellano la programmazione del sistema degli incentivi rendendo il settore inaffidabile dal punto di vista del credito. Già si apprezzano le conseguenze del sisma: commesse cancellate, finanziamenti congelati dalle banche, aziende di produzione del settore che annunciano poderose frenate nei piani di sviluppo, artigiani che paventano il rischio di chiusura delle loro attività.
Meno di un anno fa si celebravano gli effetti positivi della green economy sul tessuto economico e sociale della regione: cinquemila nuovi posti di lavoro creati nel giro di un paio d´anni. Merito dei fondi stanziati dalla Regione. Ma soprattutto di quel sistema di incentivi statali che premiano per vent´anni a fondo perduto ogni chilowatt di energia prodotta con le rinnovabili. E´ un sistema che il governo sembra voler cancellare. L´esecutivo si è dato tre mesi di tempo, fino al 31 maggio, per monitorare il settore e poi riformarlo. Oltre quella data non è sicura la sopravvivenza degli incentivi e sulla loro consistenza. Chi conta di ottenerli deve necessariamente allacciare e collaudare gli impianti entro quella data. Questa situazione di incertezza sta avendo effetti devastanti. Tra le prime a muoversi le banche, che negli anni passati hanno promosso prodotti ad hoc per finanziare il settore e che adesso, tutte, bloccano i finanziamenti già concessi perché si poggiano su piani di rientro basati su entrate da incentivi d´improvviso diventate incerte.
La mazzata colpisce imprese di produzione del settore, piccoli artigiani installatori, ma anche aziende e famiglie che avevano in progetto l´installazione di impianti fotovoltaici per ridurre costi tutelando l´ambiente. E´ un colpo alla Power One, protagonista a Terranuova Bracciolini di un miracolo che ha portato ad oltre mille il numero dei dipendenti. E´ un colpo alla Pramac di Casole d´Elsa, società quotata in Borsa che già aveva incontrato qualche difficoltà. E´ un colpo alla Easy Green, proprio nel momento in cui la nuova proprietà stava producendo lo sforzo finale per tirare fuori dalle secche la ex Electrolux e i suoi dipendenti. «Il decreto legislativo del governo e la sospensione dei finanziamenti previsti dal sistema bancario – fa sapere la proprietà – mettono in discussione il nostro piano industriale e abbiamo bisogno di tempo per preparare un nuovo progetto». Come dire: l´operazione salvataggio è a rischio.
In pericolo anche ventimila posti di lavoro, tremila nella sola provincia di Firenze, delle piccole aziende di installatori (in media fatturano poco meno di un milione di euro e hanno 8 addetti). Sono imprese di elettricisti che negli ultimi tempi hanno riconvertito la loro attività al fotovoltaico, strappandole alla minaccia di chiusura a causa della crisi dell´edilizia. Per loro torna la minaccia di chiusura. «Il governo si è preso troppo tempo per decidere e questo clima di incertezza è devastante – dice Sauro Ballini, presidente di Cna installazione impianti – Il mio Consorzio aveva in ponte la realizzazione di sei impianti. Tutti bloccati. Così si frena anche le operazioni di bonifica dall´amianto da parte di coloro che avevano progettato di sostituire con pannelli solari i tetti in eternit dei capannoni industriali».