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Ecco dove già funziona il disaccoppiamento tra crescita economica e consumo di risorse-energia

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Il nuovo rapporto “Decoupling 2: Technologies, Opportunities and Policy Options”, di International Resource Panel (Irp) ed United Nations Environment Programme (Unep) porta l’esempio delle migliori politiche e conoscenze tecnologiche già in campo per arrivare ad un disaccoppiamento tra crescita economica e consumo di risorse ed energia

Fonte: Greenreport

Autore: Umberto Mazzantini

«Numerosi Pesi – dice il rapporto Irp/Unep – le hanno sperimentate ed hanno ottenuto dei risultati tangibili, incoraggiando gli Altri Paesi a riprodurre e sviluppare tali pratiche e successi». Ecco gli esempi riportati nel rapporto:
NelloSri Lanka, la Rathkerewwa Desiccated Coconut Industry (Rdci) ha ridotto del 12% il suo utilizzo di energia, dell’8% il suo utilizzo di materie prime e del 68% il suo utilizzo d’acqua, aumentando allo stesso tempo la sua produzione dell’8%, grazie ad una modifica delle sue pratiche. Per un investimento totale di meno di 5.000 dollari, si è potuto realizzare un rendimento finanziario annuo di circa 300.000 dollari.
In Cina, I motori elettrici industriali rappresentano circa il 60% del consumo elettrico totale. Uno studio pilota, riguardante il secondo giacimento petrolifero più importante della Cina, ha messo in evidenza un potenziale di risparmio di più di 400 milioni di kilowattora(kWh) di elettricità all’anno e l’investimento iniziale verrà ricoperto in 1,6 anni. Dei motori ad alto rendimento permetterebbero di risparmiare dal 28 al 50% dell’energia attualmente utilizzata ed il periodo di ammortizzamento è generalmente tra uno e tre anni.
In Sudafrica, Città del Capo conduce un programma decennale di modernizzazione dei segnali del traffico che punta ad equipaggiare, ogni anno, 120 intersezioni di lampade LED che consumano circa il 90% in meno delle lampade tradizionali, fornendo lo stesso servizio di illuminazione pubblica. Il programma dovrebbe permettere di risparmiare 2,9 milioni di dollari e 39.000 tonnellate di emissioni di CO2.
ArcelorMittal, una vecchia (e non sempre positiva) conoscenza dell’industria italiana, la più grande impresa siderurgica del mondo, è convinta che l’utilizzo di un acciaio che presenta una solidità permetta di realizzare una riduzione del 32% del peso dei pilastri di acciaio e del 19% del peso delle putrelle di acciaio. La Cina ed i Paesi in via di sviluppo tendono ad utilizzare acciaio con una solidità media, una transizione, anche parziale, verso un acciaio che presenta una solidità superiore permetterebbe di risparmiare 105 milioni di tonnellate di acciaio all’anno e il 20% dei costi legati all’utilizzo dell’acciaio a livello mondiale.
In Germania, come in tutto il mondo, la produzione di componenti metallici attraverso la trafilatura ed il taglio di lamiere produce una grande quantità di scorie, ma una disposizione intelligente dei pezzi da realizzare permette importanti risparmi. La Deutsche Mechatronics GmbH utilizza uno strumento per il layout computerizzato ed un sistema di pianificazione della produzione in grado di ridurre l’utilizzo del metallo fino al 12%.
Negli Usa, in circa 480 siti di discarica di rifiuti, che rappresentano circa il 27% delle discariche del Paese, il metano emesso dalla decomposizione dei rifiuti organici viene recuperato. Si pensa che tra il 60 ed il 90% del metano delle discariche possa essere recuperate e bruciato, il che alimenerebbe l’1,8% del metano, un potentissimo gas serra, emesso negli Usa.
L’agricoltura è responsabile del 70% dei prelievi di acqua dolce. In numerosi Paesi, il 90% delle terre irrigue sono approvvigionate di acqua attraverso canali a cielo aperto o con inondazioni intenzionali che comportano notevoli sprechi di una risorsa sempre più scarsa. In Spagna, Usa, India, Israele e Giordania, alcuni agricoltori hanno dimostrato che dei sistemi di irrigazione sotterranei, goccia a goccia, possono ridurre l’utilizzo dell’acqua dal 30 al 70% ed aumentare il rendimento delle coltivazioni dal 20 al 90%. Queste tecnologie potrebbero essere rese disponibili ai Paesi in via di sviluppo con tempi di ammortamento di meno di un anno.
Le rapporto Irp/Unep fornisce altri esempio di risparmi di risorse ed energia in settori come quelli dei combustibili fossili, della carta, del cemento, dei rifiuti e dei prodotti chimici e sottolinea «L’opportunità di mettere in atto queste tecnologie in tutto il mondo e di pervenire ad una potenziale economia di 3,7 trilioni di dollari».