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E’ giunto finalmente il tempo delle rinnovabili e in particolare della geotermia?

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E’ la domanda che si è posta Jacques Varet, intervenuto al convegno internazionale sulla geotermia organizzato da CoSviG lo scorso 10 dicembre a Piancastagnaio

Fonte: Geotermia News

Autore: Redazione

«Dopo anni di incertezze, si entra in un periodo in cui l’unica scelta possibile è quella dell’uso delle energie rinnovabili, perché il picco del petrolio e le questioni relative al cambiamento climatico devono davvero aprire gli spazi per nuovi sviluppi in questo settore».

Il rammarico espresso da Jacques Varet, senior advisor di BRGM e Geo2D, nel suo intervento al convegno internazionale “Il calore della Terra: conoscere per capire e condividerne l’uso” dello scorso dicembre a Piancastagnaio, è che nonostante sia finalmente arrivato il tempo delle rinnovabili, non lo è appieno ancora per la geotermia.

«La geotermia, nonostante i numerosi vantaggi che offre –è una risorsa decentrata, locale, sostenibile, disponibile tutti i giorni e a tutte le ore del giorno, modulabile in base alla domanda, economicamente competitiva ed efficiente e si potrebbe continuare– ma soffre ancora di gravi handicap» ha sottolineato Varet.

«E’ meno visibile e sconta una minore conoscenza geologica, l’assenza di lobby tecnologica o industriale, la mancanza di adeguate politiche pubbliche (europee, nazionali, regionali), la carenza di finanziamenti in Ricerca e Sviluppo, la carenza di formazione professionale, un’immagine negativa dovuta alla necessità di fare pozzi di estrazione …» insomma la strada da fare è ancora lunga per il concreto sviluppo delle risorse geotermiche.

«La geotermia –ha spiegato- è in grado di produrre, in base alla domanda e alle caratteristiche del sito, una varietà di soluzioni: 100 m3/ h di vapore saturo a 160 ° C possono produrre ben 10 MWe di elettricità, con 100 m3/h a 70 ° C si possono riscaldare 2000 appartamenti, mentre le pompe di calore geotermiche possono offrire soluzioni disponibili in tutto il mondo».

«Lo sviluppo geotermico va però gestito» ha ricordato Varet.

«Sulla base dell’esperienza che abbiamo fatto in Francia, posso dire che è necessario dare una corretta informazione, tenere conto delle richieste sociali, promuovere la partecipazione a tutti i livelli. Poi è necessaria una determinazione politico-economica per dare il necessario supporto allo sviluppo dei sistemi legati all’utilizzo della geotermia, come può essere il teleriscaldamento».

I passi successivi implicano una fase di conoscenza e la valutazione della risorsa geotermica nazionale e la creazione di sistema informativo basato su tutti i dati disponibili (cartografia geologica, precedente esplorazione ecc.). Su scala regionale sono necessari studi di prefattibilità in cui si metta assieme la quantità di risorsa con la domanda, l’interesse politico a livello comunale e quindi gli studi di fattibilità che tengano conto del sistema giuridico e di finanziamento.

Per i sistemi di teleriscaldamento è inoltre importante mettere assieme una domanda in grado di ripagare l’investimento fatto, quindi un numero sufficiente di abitazioni da allacciare al sistema di teleriscaldamento.

Anche per la nuova sfida dell’approccio individuale legato allo sviluppo delle pompe di calore geotermiche: anche in questo caso è necessario un quadro giuridico chiaro, delle procedure trasparenti, un’amministrazione competente e un buon grado di formazione tecnica.

«Ma non vi è dubbio –ha concluso- che l’obiettivo di efficienza energetica nel riscaldamento degli edifici potrebbe essere raggiunto solo utilizzando il calore della geotermia».