Se bastano due indizi per fare una prova nel campo delle fonti rinnovabili, ce ne sono più che a sufficienza per affermare che siamo di fronte ad un attacco al settore. Tesi del resto sostenuta dalla aziende che si occupano di Fer. La nuova stangata (che deve essere confermata) riguarda l’inserimento nella bozza del "decreto elettrico" di una norma che disciplina il riacquisto da parte del Gse (Gestore servizi elettrici) dei Certificati verdi 2011 e che prevede una dilazione di sei mesi nel pagamento dei Cv già effettuati.
«Potrebbe essere la goccia che fa traboccare il vaso e mette definitivamente e inesorabilmente in crisi l’intero comparto delle rinnovabili» ha sottolineato il presidente di Aper (Associazione produttori energia da fonti rinnovabili) Agostino Re Rebaudengo. Si tratta di un posticipo di pagamento di sei mesi (dal 30 giugno 2012 a fine anno) dei Certificati verdi relativi alla produzione 2011 che metterebbe in ginocchio le aziende.
«Un rinvio questo che non solo metterebbe in crisi di liquidità le aziende, ma renderebbe impossibili i pagamenti di mutui e rate bancarie. Assistiamo ancora una volta quindi all’ennesimo dispositivo retroattivo che cambia le regole del gioco in corsa, oltretutto in un momento di enorme difficoltà dell’accesso al credito bancario, a danno di aziende che hanno messo a punto le proprie attività con precisi business plan economico-finanziari, mettendone a rischio l’esistenza stessa» ha concluso Re Rebaudengo. per chiede quindi che tale ipotesi normativa venga stralciata dalla bozza del "decreto elettrico" e che venga confermato anche per quest’anno che il pagamento dei certificati verdi sulle produzioni del 2011 da parte del Gse avvenga entro la naturale scadenza temporale del 30 giugno 2012.